“Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.” Italo Calvino

Vignola - Serata del 6 Aprile per votare SI al Referendum contro le Trivelle del 17 Aprile 2016 - Resoconto

REFERENDUM TRIVELLE: LE RAGIONI DEL SI’
 
Grande partecipazione alla serata che si è tenuta mercoledì sera a Vignola sul referendum sulle trivelle. Sono intervenuti Roberto Monfredini, presidente di Ambientinforma, Omer Bonezzi presidente di Spilamberto Cittadinanza Attiva e il geologo Marco Aleotti.
Questo referendum è molto importante, rappresenta un’opportunità per mettere una scadenza alle estrazioni di gas e petrolio nel nostro mare. Scadenza che è stata cancellata da un emendamento inserito nella legge di stabilità e votato in blocco con la fiducia. Quando il metodo è poco democratico e trasparente, è lecito dubitare della stessa sostanza.
Il Governo suggerisce l’astensione,  probabilmente commettendo addirittura un reato secondo quanto stabilito dalla legge elettorale per chi “si adopera ad indurre gli elettori all’astensione”.
L’Emilia Romagna detiene l’80% dei pozzi di estrazione, eppure non rientra nelle 9 regioni che hanno promosso il referendum, nonostante l’importanza del turismo sulle nostre coste adriatiche.
Aleotti fa il punto sulla durata delle concessioni: “Le concessioni rilasciate non possono essere illimitate, devono avere una scadenza, altrimenti non sono concessioni, sono altro. Le concessioni entro le 12 miglia sono 35, di cui 14 sono fuori produzione non perché il petrolio sia esaurito, ma perché la compagnia petrolifera ha deciso che in questo momento non conviene estrarlo. Oggi le estrazioni sono in netto calo perché il prezzo del petrolio è ai minimi storici. Dare concessioni a tempo illimitato significa fare al petroliere un regalo inammissibile, dandogli la possibilità di decidere a suo piacimento se e quando estrarre.
Le royalty in Italia sono le più basse al mondo. Inoltre esiste una franchigia al di sotto della quale non si pagano.
Il petrolio e i gas estratti nel Mediterraneo rappresentano appena l’1% del nostro fabbisogno. Se noi dovessimo usare solo le nostre risorse, quelle certe e quelle probabili, avremmo energia per non più di tre anni. Va anche detto che il gas e il petrolio sono di proprietà di chi li estrae e la compagnia petrolifera può benissimo destinarli ad altri paesi. È necessario cambiare, smettere di estrarre fonti fossili e orientarsi davvero verso le fonti rinnovabili che creano molti più posti di lavoro. Il referendum del 17 aprile è una grande occasione di cambiamento.
Il presidente di AIF Ambientinforma 
Dott. Roberto Monfredini
    

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