“Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.” Italo Calvino

AIF - COMUNICATO STAMPA


Mercoledì sera, presso la Sala Eventi L. Famigli di Spilamberto, alle ore 20,30 si terrà una serata informativa in tema di dissesto idrogeologico, esondazioni, allagamenti, frane. L’iniziativa dal titolo TERRA: PIOVE SUL BAGNATO è organizzata da AIF AmbientInForma, in collaborazione con il Comitato Tutela Territorio di Savignano, Comitato Piumazzese No alle Cave, Comitato San Cesario Soccorso al Territorio, Comitato Bazzanese Salute e Ambiente, con il patrocinio del Comune di Spilamberto.
Il 25 marzo scorso, dopo una sola giornata di pioggia, è stata emergenza ovunque: torrenti e fiumi in piena, frane e smottamenti in montagna, un lungo elenco di danni, ingenti somme per sgombrare i detriti, sistemare strade e ponti. Nel gennaio del 2014 è andata peggio e l’argine del Secchia ha ceduto sotto l’urto dell’onda di piena: diecimila ettari di territorio allagati, due paesi, Bastiglia e Bomporto, sott’acqua per più di 48 ore, otto comuni colpiti, migliaia di sfollati dalle loro case, danni per oltre 300 milioni di euro. Un morto.
Quali sono le responsabilità umane? Cosa è possibile fare per affrontare questi eventi eccezionali, se così si possono ancora chiamare?
Ne parleremo con Luca Lombroso, noto meteorologo e divulgatore ambientale; il geologo Matteo Berti, docente e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna; Lorenzo Carapellese, urbanista di fama internazionale e il Sindaco di Savignano, Germano Caroli in qualità di Assessore all'ambiente dell’Unione Terre di Castelli.


AIF AmbientInForma
Il Presidente
Roberto Monfredini


TTIP la moderna Finlandizzazione

                                              

Il termine Finlandizzazione è l'influenza che un paese potente può avere sulle politiche di un paese più piccolo vicino. Originariamente si riferiva all'influenza dell'Unione Sovietica sulla Finlandia durante la Guerra Fredda, ma può riferirsi anche a simili relazioni internazionali, come l'atteggiamento della Danimarca verso la Germania tra il 1871 e il 1940, e le relazioni tra Taiwan e la Cina dal 2008
 
La meravigliosa serata di informazione del 21 Aprile a Vignola organizzata da libere Associazioni di volontariato , AIF Ambientinforma , Legambiente , ATTAC e  Cittadinanza Attiva ,  alla presenza di sei Sindaci  ( mancavano solo Spilamberto e Castelvetro )   ha illuminato uno scenario nascosto che ci stava passando sopra le teste, ignari del tutto , privati della conoscenza , e ingabbiati in quella massificazione mediatica ormai che le stesse agenzie di stampa pur di sopravvivere accettano supinamente dal datore di lavoro che è sempre più unico .

Perché parlo di Finlandizzazione , perché questo Trattato appare , nella bellissima illustrazione del dott Giannelli dal punto di vista giuridico un aborto di trattato , dal punto di vista Sanitario  mette in discussione il ruolo stesso del controllore, fino a far pensare di chiudere,  a mio  modesto avviso ,le agenzie  Europee di controllo legate alla UE.
La Finlandizzazione non era altro che l’appropriazione di uno stato senza colpo ferire , la Finlandia fu “colonizzata”  con le commesse di Treni , con i cantieri navali , a Turku , città di 200.000 abitanti ,  si osservavano navi russe in cantiere ovunque fino agli anni ‘90.
Alla Finlandia fu chiesto spesso di entrare nella UE prima dell’Euro ma il rifiuto fu sempre netto , in quanto  le commesse Russe mantenevano  a galla l’economia Finnica e non vi  era quindi interesse a cambiare.

Cambia tutto il giorno in cui Gorbaciov decide di abbattere il muro di  Berlino , la Russia revoca le commesse , la guerra fredda scompare , la Norvegia non è più un problema con le sue basi missilistiche NATO , i 2000 km di confine con la foresta rasata per 20 km in larghezza tornano ad essere un semplice confine naturale.
La Finlandia chiede di entrare nella UE attraversando il momento più brutto della sua storia con tutta l’economia che crolla , tutti i negozi chiudono ,  ma la voglia di riscatto fa nascere grandi aziende che diventeranno in pochi anni  ( Nokia ) punto di riferimento mondiale , il paese si è riappropriato del proprio “io “ e si è liberata della finlandizzazione .
Il cosiddetto trattato TTIP appare oggi , ascoltando la relazione del dott Giannelli proprio come un processo di Finlandizzazione dell’Europa o di una parte di essa giocato da attori che nulla chiedono ai cittadini, in pratica  se vogliamo fare una similitudine nel TTIP  gli USA recitano il ruolo della RUSSIA, quindi del Finlandizzatore, e l’Europa pare essere la Finlandia , cioè il Finlandizzato, ma in questo caso l’Europa  essendo fatta di vari Stati delegherebbe in questo Trattato il ruolo soccombente solo agli Stati  con alto indebitamento  pubblico e quindi facilmente ricattabili , in pratica il sud Europa , culla della cultura agroalimentare.

ISDE Italia - DISSECCAMENTO RAPIDO DEGLI OLIVI SALENTINI

Una cura peggiore del male?

Il problema della sindrome da disseccamento rapido degli olivi del Salento rischia di trasformarsi in
un’autentica ecatombe ecologica con preoccupanti risvolti sanitari se si persisterà nella logica da
“guerra totale” che anima il piano operativo messo a punto dal Commissario di Governo.

Tutto il piano parte dal presupposto che la causa del disseccamento rapido che affligge gli olivi della
provincia di Lecce risieda nel batterio patogeno Xylella fastidiosa, che è stato isolato ed identificato nei campioni prelevati da olivi colpiti dalla malattia. Questo batterio è trasportato da insetti vettori che, nel caso pugliese, non sono ancora stati identificati con certezza.

La Xylella fastidiosa è un batterio che colpisce i vasi linfatici della pianta ospite, ostruendoli. Finora era noto come un patogeno diffuso soprattutto nel continente americano, capace di produrre malattie nella vite (malattia di Pierce), negli agrumi, in piante ornamentali ed altro, ma non in Europa, dove, a parte rari episodi occasionali, subito debellati, non era mai stato segnalato in precedenza, men che meno su olivo; su quest’ultima pianta la presenza del batterio, segnalata in California, non aveva mai rilevato patogenicità significativa, neanche in esperimenti di inoculo artificiale in laboratorio.

C’è da dire inoltre che, assieme alla Xylella, negli olivi affetti da sindrome di disseccamento rapido in
Puglia è stata documentata la presenza di diversi ceppi fungini, tra i quali i funghi tracheomicotici, cioè funghi che bloccano il passaggio dei nutrienti ai rami degli alberi, come accade nella vite colpita dal “mal dell’esca” (escariosi), dovuto al medesimo complesso fungino. Di per sé la sola presenza di questi funghi potrebbe quindi giustificare il disseccamento degli ulivi, ed è plausibile quanto sostenuto da fonti autorevoli, inclusa l’Accademia dei Georgofili, ossia che la Xylella potrebbe essere, al più, una concausa del disseccamento rapido o addirittura, potrebbe non avere alcun ruolo causale rilevante.

21-04-2015 si parla di TTIP



Presso la sala consigliare di Vignola si è affrontato il discorso TTIP, che cos'e', come funziona, a cosa porterà...

Qui il video per rivedere la serata
link youtube: https://www.youtube.com/watch?v=lX9oBQDPRpE

Il massacro di Primavera

Da Prima Pagina del 12/04/2015
………..La mappa dei 13 interventi, 11 risolvono problematiche puntuali (erosioni spondali e risagomatura della sezione di deflusso) quali gli interventi in centro a Castelvetro  sul torrente Guerro, sul Grizzaga a Montale di Castelnuovo Rangone, a Colombaro di Formigine e a monte di Maranello.

I lavori partiranno al termine degli interventi di taglio selettivo della vegetazione all'interno dei corsi d'acqua in questione in corso in questi giorni. Sono interessati da questi lavori i torrenti Nizzola, Grizzaga, Taglio, Guerro, Traino, Cerca e Fossa.
Con questi lavori si favorisce il deflusso delle acque, intervenendo anche sulle piante in precarie condizioni di stabilità:
gli interventi sono coordinati dalla Regione attraverso il Servizio tecnico di bacino tramite concessione a compensazione.
L'intervento consiste nel taglio a raso della vegetazione in alveo e sulle sponde, intervenendo anche sulle piante infestanti e lasciando, se presenti, le piante con portamento migliore appartenenti alle specie autoctone.

Da la Gazzetta di Modena del 17/04/2015
……..In tal modo è prevista la riduzione dei rischi dovuti al crollo delle piante che spesso, durante le piene, interferiscono con le pile dei ponti e degli attraversamenti.
Tutti gli interventi avverranno sotto il coordinamento della Regione attraverso il Servizio tecnico di bacino.
La procedura è quella della concessione a compensazione. L'intervento consiste nel taglio a raso della vegetazione in alveo e sulle sponde interne.
È previsto il contrasto delle piante infestanti e la conservazione, d’altra parte, di piante “con portamento migliore” appartenenti alle specie autoctone. Se presenti, dunque, si tendono a salvaguardare pioppi, salici, querce, frassini, olmi e aceri.
L’obiettivo è quello di tutelare sempre la continuità paesaggistica.
È previsto, infine, che i tecnici conservino le radici degli alberi nelle loro sedi.
Un’operazione che tende a garantire la stabilizzazione delle sponde e l’allontanamento dall’alveo di ramaglie e materiale di risulta. Alla fine dei lavori è previsto ovviamente il ripristino di tutti i luoghi interessati dai 13 interventi. (g.f.)
                             ------------------------------------------------------------------------------------------------------------



                                          
      
                     Pianta secca lasciata in situ nell’alveo del fiume guerro e tronchi sani segati alla base.


Tra la realtà dei fatti e spesso la scrittura dei fatti emerge dal passato quella triste frase di Staliniana memoria, non è importante ciò che è accaduto ma ciò che la gente pensa sia accaduto, senza voler assolutamente portare Stalin nel letto di un fiume.
Leggendo gli articoli di oggi 12 Aprile 2015  dai giornali sopraccitati si materializza una azione che appare studiata al pari di uno stato Finlandese, massimo rispetto delle specie autoctone, si tagliano solo le piante diciamo problematiche, si lasciano quelle con portamento migliore, si salvano le querce, i pioppi, i salici, gli olmi, etc. In pratica parrebbe di intravedere un tecnico che cammina con il gessetto in mano segnando ad una ad una tutte le piante da tagliare selettivamente, proprio come in Finlandia.
Conservano pure i tecnici le radici degli alberi nelle loro sedi, si cercano le infestanti, si eliminano quelle in situazione di precarietà, quelle malate in sintesi.
Ne emerge un quadro di assoluto rispetto della natura, dell’ecosistema naturale che si crea in luoghi nei quali la vita notturna è la vera vita, quasi come quella dei nostri figli moderni.
Manca solo la piantumazione di piante autoctone al posto di quelle asportate delicatamente e potremmo definirci tutti Finnici, ricordo che il rapporto è 1 a 2, 2 reimpiantate per 1 asportata, ma questo in Finlandia.

Mercoledì 29 aprile - TERRA: PIOVE SUL BAGNATO



AIF ha organizzato una serata sul tema:
Dissesto idrogeologico: esondazioni, allagamenti, frane.

TERRA: PIOVE SUL BAGNATO
Mercoledì 29 aprile, ore 20,30

Spazio Eventi L. Famigli - Spilamberto

LUCA LOMBROSO - Divulgatore ambientale
“Scenari e impatti locali dei cambiamenti climatici: prevenire e convivere”

MATTEO BERTI - Geologo
“Aspetti idrogeologici e fragilità del nostro territorio”

LORENZO CARAPELLESE – Urbanista
“Il consumo del suolo si può evitare”

GERMANO CAROLI – Assessore all’ambiente Unione Terre di Castelli
“La politica è preparata a recepire e affrontare questi temi?” 


Con il patrocinio del Comune di Spilamberto


Non è un paese per alberi

di Maurizio Marna

Foto introTER  TAS

Quest'anno, più di ogni altro periodo, le città e i paesi d'Italia stanno soffrendo di un male oscuro e terribile: la sindrome taglia alberi. Le varie amministrazioni urbane hanno deciso l'eliminazione sistematica delle piante arboree, dichiarate un vero pericolo dagli assessorati all'ambiente. Centinaia di esemplari sono stati tagliati e altri lo saranno, nel nome di una fantomatica protezione della comunità. Sembra un tragico paradosso ma non lo è. Alberi troncati di netto e quasi tutti in buona salute,  testimoniano le foto scattate, portati via su grossi camion e magari venduti altrove. Un bilancio terribile dal punto di vista ambientale. L'ennesima vicenda si svolge a Pianoro, provincia di Bologna, dove il comune, per ripulire!!!!! l'alveo del Savena, corso d'acqua della zona, ha tagliato molte piante sane. Ecco la storia di un disastro annunciato.
A fine dello scorso Luglio, precisamente il 30/07/2014, l'amministrazione di Pianoro rende noto il prossimo intervento - passeranno solo cinque giorni da allora - sulle sponde del Savena. Il portale del comune bolognese ne spiega così i motivi: " A seguito dei recenti episodi di esondazione del torrente Savena, causati principalmente dal trasporto a valle di grossi tronchi, la Regione ER, Servizio Tecnico Bacino Reno e Comune hanno avviato azioni congiunte e finalizzate alla messa in sicurezza dell'alveo fluviale. Il taglio delle alberature di alto fusto e della vegetazione secca, ammalorata, inclinata e cresciuta a ridosso della strada o all'interno dell'alveo sarà abbattuta, secondo le prescrizioni imposte dalla Regione; gli stessi tecnici regionali seguiranno l'esecuzione degli interventi". Amen.

21 Aprile 2015 - Si parlerà di TTIP

Vi aspettiamo numerosi per capire e discutere sul TTIP

Autismo e qualità dell'aria: i dati allarmanti caduti nel vuoto

di Patrizia Gentilini | 4 aprile 2015

Si è celebrata il 2 aprile,  anche nel nostro paese, la giornata mondiale sull’autismo, patologia in costante crescita in tutto il mondo e che negli Stati Uniti colpisce ormai un bambino su 68. Sono stati liberati palloncini blu, di blu sono stati illuminati monumenti, si sono fatti discorsi e cerimonie, ma in realtà cosa sappiamo di questa patologia fino a pochi decenni fa indubbiamente molto più rara?

In realtà più che di autismo è  corretto parlare di “disturbi dello spettro autistico” (Asd), intendendo in questo modo indicare che in ciascuna persona il quadro clinico si presenta in forme di diversa gravità. I disturbi dello spettro autistico originano da una compromissione dello sviluppo che coinvolge le capacità di comunicazione e di socializzazione; la disabilità compare in età infantile ma accompagna il soggetto per tutta la durata della vita: si tratta quindi di problematiche anche fortemente invalidanti non solo sul piano personale, ma anche familiare e sociale. Per anni gli Ads sono stati erroneamente considerati un disturbo dovuto a inadeguate relazioni nell’ambiente familiare e si sono in questo modo colpevolizzati inutilmente i genitori. Attualmente la posizione scientifica condivisa a livello internazionale considera la patologia una sindrome comportamentale associata a un disturbo dello sviluppo del cervello (alterazioni della struttura e delle funzioni nervose) e della mente (alterazioni dello sviluppo psico-cognitivo ed emozionale) con esordio nei primi tre anni di vita, che ha origine molto verosimilmente già durante la vita fetale.

Sia fattori genetici che ambientali sono oggi considerati all’origine di questa patologia. E proprio sui fattori ambientali vorrei focalizzare l’attenzione  richiamando quanto emerge da alcune recenti indagini. Intanto vi è  quasi completo accordo fra i ricercatori sul fatto che i miglioramenti diagnostici non possono spiegare compiutamente l’incremento della patologia che negli anni 70 interessava circa 4 casi ogni 10.000 bambini ed oggi negli Usa colpisce, come si è visto,  un bambino ogni 68. Per lo stesso motivo è illogico pensare che fattori genetici possano essersi modificati in modo tale da giustificare  un tale aumento nel giro di 2 generazioni. Di fatto il ruolo dei fattori ambientali nello sviluppo del cervello e delle sue funzioni appare sempre più importante: il cervello in via di sviluppo, specie durante la vita intrauterina, è un organo delicatissimo ed estremamente sensibile agli agenti tossici: è l’unico organo in cui è presente tessuto grasso e sostanze lipofile tossiche, quali ad esempio pesticidi o diossine, trovano in esso un ideale organo bersaglio. A questo proposito vorrei ricordare l’appello lanciato il 7 nov. 2006 dalla Harvard School of Public Health intitolato: “Una  pandemia silenziosa, sostanze chimiche industriali stanno danneggiando lo sviluppo del cervello dei bambini in tutto il mondo”.

Il termine pandemia stava appunto ad indicare la diffusione planetaria del fenomeno e l’aggettivo silenziosa voleva significare il fatto che spesso si tratta di disturbi che si palesano solo nel tempo in modo subdolo e progressivoL’appello accompagnava la pubblicazione su Lancet dell’articolo “Developmental neurotoxicity of industrial chemicals” (Grandjean P, Landrigan PJ, Lancet 2006 Dec 16;368(9553):2167-78), in cui si forniva un elenco di 202 sostanze chimiche note per danneggiare il cervello in via di sviluppo e fra le quali erano compresi pesticidi, solventi, metalli pesanti, diossine etc. La lista inoltre non era da ritenersi completa perché oltre 1000 sono le sostanze che hanno dimostrato una neurotossicità in esperimenti di laboratorio su animali. Secondo gli autori dell’articolo su Lancet già nel 2006 si poteva stimare che “Un bambino su sei presenterebbe danni documentabili al sistema nervoso e problemi funzionali e comportamentali, che vanno dal deficit intellettivo, alla sindrome da iperattività, all’autismo” (con costi enormi – sia detto per inciso – anche sul piano economico: si calcola che negli Stati Uniti d’America i costi per i danni neurologici da piombo nei bambini ammonterebbero a circa 43 miliardi di dollari e per quelli da mercurio a 8.7 miliardi).

Uno degli autori della ricerca, Philippe Grandjean, affermava: “ il cervello umano è un organo prezioso e vulnerabile, e poiché il suo ottimale funzionamento dipende dalla integrità dell’organo, anche un piccolo danno può avere serie conseguenze” ed ancora: “I cervelli dei nostri bambini sono la nostra più importante risorsa economica e noi non abbiamo capito quanto essi siano vulnerabili, noi dobbiamo fare della protezione dei giovani cervelli il più grande obiettivo di salute pubblica, c’è una sola occasione per sviluppare un cervello”. A questo appello indubbiamente drammatico sono seguiti numerosi altri studi che hanno evidenziato come sia soprattutto l’esposizione durante la vita fetale ad agenti tossici e inquinanti a comportare le maggiori conseguenze. Numerose ricerche hanno ad esempio confermato come l’esposizione a pesticidi organofosfati in utero si associ ad  esiti negativi sulla sfera cognitiva, comportamentale, sensoriale, motoria e sul QI.

Di particolare interesse sono poi recenti studi che correlano l’inquinamento atmosferico ed in particolare il particolato Pm 2.5 all’autismo.

Da decenni è noto che l’inquinamento atmosferico contiene svariati elementi  con azione neurotossica e che induce sulle cellule umane  stress ossidativo e disfunzioni mitocondriali. Alcuni studi già dal 2006 avevano evidenziato un maggior rischio di autismo per esposizione a motori diesel o per chi vive in prossimità di autostrade. Del tutto recentemente poi è stato pubblicato uno studio caso-controllo condotto sulla grande coorte delle infermiere americane (116.430, di età compresa fra i 25 e i 43 anni) residenti in 50 stati ed in cui è stata indagata l’incidenza di figli con diagnosi di disordini dello spettro autistico (Asd)  nati fra il 1990 e il 2002. Sono stati identificati 245 bambini con Asd e 1522 controlli sani e, una volta corretti tutti i fattori confondenti, si è messo in relazione l’indirizzo di residenza materno durante i tre trimestri della gravidanza con i livelli di PM2.5 registrati mensilmente. L’indagine ha evidenziato un rischio molto aumentato (OR > 50%) ed in modo statisticamente significativo tra le mamme esposte ad inquinamento atmosferico da polveri (Pm 2.5) durante la gravidanza ed in particolare nel terzo trimestre.

Quest’ultimo dato ha un’importante implicazione sul piano neurobiologico in quanto proprio nel terzo trimestre di gravidanza inizia la sinaptogenesi, il processo che sembra risultare difettoso nella patologia di cui stiamo parlando.

Gli autori concludono che “l’inquinamento dell’aria è un fattore di rischio modificabile dell’autismo ed il miglioramento della qualità dell’aria potrebbe contribuire a ridurre l’incidenza dell’ Asd e ridurre in modo sostanziale i costi economici per le famiglie e la società”. Purtroppo queste informazioni, come del resto gli appelli allarmanti ed accorati di ricercatori e scienziati di indiscutibile prestigio, quali quelli della Scuola di Salute Pubblica di Harvard, non trovano mai purtroppo adeguata risonanza e mai arrivano alla ribalta dell’attenzione del grande pubblico, finendo per cadere sempre  nel vuoto.

E quando finalmente l’attenzione viene posta sugli Asd, come avviene il 2 aprile, possiamo forse accontentarci di illuminare monumenti o liberare palloncini, senza cercare di raccogliere ogni possibile indizio sulle cause, specie se modificabili, che li generano e che comportano una loro così preoccupante  e crescente incidenza?

Perché tanto miope torpore? Forse proprio perché, come ebbe ad affermare un grande pediatra statunitense nell’ottobre 2006, Bruce P. Lanphear (Children’s Environmental Health Center  U.S.A):  “A dispetto del grande affetto che noi abbiamo per i nostri bambini e della grande retorica della nostra società sul valore dell’infanzia, la società è riluttante a sviluppare quanto necessario per proteggere i bambini dai rischi ambientali”. Questo “miope torpore”  ha un prezzo inaudito e non solo per l’infanzia: l’ultimo rapporto sulla Qualità dell’Aria in Europa stima che per esposizione a Pm 2.5  si registrino ogni anno ben 65.000 morti premature nel nostro paese, secondi in Europa solo alla Germania.

Già Ippocrate aveva capito che: “L’aria è il primo alimento ed il primo medicamento”: agire con maggior determinazione per migliorarne la qualità non solo ridurrebbe i rischi di una alterazione nello sviluppo cerebrale dei nostri bambini, ma porterebbe immediati e grandi benefici a tutti noi.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/04/autismo-qualita-dellaria/1565711/