“Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.” Italo Calvino

La VIS tra persuasione e partecipazione




Smog e rischi per la salute: nemmeno rispettando i limiti saremmo al sicuro

C’è voluto oltre un mese di continui sforamenti dei limiti per le polveri sottili perché il problema dell’inquinamento atmosferico meritasse le prime pagine dei giornali italiani: ancora una volta però il problema viene affrontato in modo non esaustivo e soprattutto con soluzioni che altro non appaiono altro che “pannicelli caldi” quali quello delle targhe alterne o dello stesso blocco del traffico. Ben pochi – se non il Fatto Quotidiano – ha posto l’attenzione sulla follia dei nuovi inceneritori che si vanno a realizzare o sull’ampliamento di quelli già esistenti, vanificando così tutti gli obiettivi di una corretta gestione dei rifiuti, così pure pochi puntano l’attenzione su una altrettanto folle politica energetica che invece di incentivare l’utilizzo dell’energia solare pensa bene di dare il via libera alle estrazioni petrolifere per terra e per mare.

Ma da un punto di vista strettamente medico vorrei ricordare che anche il rispetto dei limiti di legge non tutela in modo adeguato la salute perché purtroppo per le polveri sottili, come per altri inquinanti, non esistono livelli al di sotto dei quali non si verifichino rischi per la salute, specie per bambini, organismi in accrescimento ed ovviamente per persone anziane o debilitate.

Deludente e preoccupante la sentenza Solvay di Spinetta Marengo

Medicina democratica Movimento di lotta per la salute Sezione provinciale di Alessandria
Comunicato stampa del 14 dicembre:
Deludente e preoccupante la sentenza Solvay di Spinetta Marengo
E’ giustamente collocata fra le tante nel libro “Ambiente Delitto Perfetto”. Cosa potevi aspettarti di più da Alessandria rispetto alla consolidata giustizia in materia ambientale in Italia? Nulla. Nulla di nuovo tra Tanaro e Bormida: confermerebbe Umberto Eco.
La sentenza del processo Solvay di Spinetta Marengo è deludente e preoccupante. Deludente per le parti civili vittime dell’ecocidio che esigeva condanne e risarcimenti severi. Preoccupante per gli abitanti della Fraschetta, consapevoli che soltanto una costosissima bonifica del territorio potrà scongiurare un futuro di indagini epidemiologiche con sempre più morti e malattie. Deludente e preoccupante anche per le innumerevoli comunità italiane che proprio dalla Magistratura di Alessandria attendevano una coraggiosa inversione di tendenza alle sentenze (Eternit, Thyssenkrupp, Bussi, ecc.) che hanno scandalizzato l’universo ecologista e aperto un vasto dibattito sulla Giustizia in materia ambientale per la loro sostanziale impunità tramite la derubricazione dei reati dal pesante dolo alla lieve colpa e le prescrizioni, per non dire delle assoluzioni. Tutte le aspettative, deluse ad Alessandria, ruotavano attorno all’ormai famoso articolo 439 del codice penale che condanna la consapevolezza del delitto contro la collettività, il dolo appunto: “Chiunque avvelena acque destinate all’alimentazione, prima che siano attinte o distribuite per consumo, è punito con la reclusione non inferiore a…”. Da 10 a 18 anni ha chiesto il Pubblico Ministero per gli 8 imputati. E non un paio di anni, quasi prescritti, come…per aver attraversato con il rosso. Sono infatti almeno 21 le sostanze tossiche e cancerogene prima scaricate di nascosto in falda e poi addirittura omesse di bonifica. Una bonifica che necessiterebbe un risarcimento miliardario.  Gli occhi del mondo penale e ambientalista sono rimasti per 7 anni puntati sul tribunale di Alessandria, 3 anni in Corte di Assise, dove la battaglia in campo dottrinale è stata esaltata dagli enormi interessi economici in gioco, in vista di una sentenza di possibile portata storica in campo giudiziario. In questi 7 anni, invece, gli occhi delle vittime hanno pianto testimoniando in aula e non pochi si sono nel frattempo spenti in attesa di giustizia. Noi, che in tribunale ci siamo battuti più di ogni altro, possiamo dire che oggi i più deboli hanno ottenuto giustizia? Non possiamo. Lo lasciamo dire agli avvocati, come ai politici che alle elezioni vincono tutti. Nell’aula campeggia la fatidica scritta “La legge è uguale per tutti” che altrimenti interpretò Raffaele Guariniello: “Sono stato nella Magistratura per decenni e ho cercato di fare il bene dei più deboli”.
  Medicina democratica Movimento di lotta per la salute Sezione provinciale di Alessandria

Comunicato stampa l15 dicembre
Alcuni articoli giornalistici hanno riportato correttamente il parere del legale di Medicina democratica, Laura Mara, ma trascurato, quando non ignorato, il contemporaneo comunicato stampa della Sezione provinciale di Alessandria che sulla sentenza Solvay esprime considerazioni difformi da quelle dell’avvocato, e che sono quelle che contano per l’Associazione. Ingiusta, deludente e preoccupante sentenza. Opportunamente collocata fra le tante (Eternit,  Thyssenkrupp, Bussi, ecc.) nel nostro libro “Ambiente Delitto Perfetto” a definire che “non esiste giustizia in campo ambientale”, con tanta pace per innumerevoli comunità italiane che proprio dalla Magistratura di Alessandria attendevano una coraggiosa inversione di tendenza ai processi che hanno scandalizzato l’universo ecologista per la loro sostanziale impunità tramite la derubricazione dei reati dal pesante dolo alla lieve colpa e le prescrizioni, per non dire delle assoluzioni. Ad Alessandria, dopo la melina di 7 anni di udienze, contiamo 4 assolti su 8 imputati (38 iniziali). Condanne di 2 anni e 6 mesi invece che di 18, risarcimenti in proporzione ma perfino a chi (Comune, Provincia ecc.) si merita tutt’altro. Bonifica nel libro dei sogni.  La bomba ecologica di Spinetta Marengo equiparata… ad incidente per attraversamento con il rosso. Non dolo cosciente ma involontarietà della colpa.  Facile la prescrizione. I potenti vertici assolti: estranei al disastro ambientale e all’omessa bonifica. I condannati: non ne erano consapevoli... anche se avevano cercato di nasconderne le prove (con i vertici). Le tonnellate di prove provate del PM: carta staccia. Vittime della sentenza: le parti civili morte e ammalate, gli abitanti inquinati del territorio, il mondo ambientalista disarmato. Vittima la Giustizia insomma, che, per essere “uguale per tutti” dovrebbe, per citare Guariniello, cercare di fare il bene per i più deboli.
  Medicina democratica Movimento di lotta per la salute Sezione provinciale di Alessandria.

Intervento del 16 dicembre.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso al (l’ex) responsabile di Medicina Democratica.
Con coerenza di 40 anni di attivismo senza eguali, in merito al processo Solvay Medicina democratica ha scritto tantissimo, sul blog di udienza in udienza e sul libro “Ambiente Delitto Perfetto”, e infine ha criticato pesantemente la sentenza della Corte di Assise di Alessandria. Mi si consenta di aggiungere, credo di meritarlo per la mia lunga storia, una considerazione del tutto personale. Io non ho bisogno di attendere il deposito delle motivazioni della sentenza per esprimere un giudizio. Tra 90 giorni saranno parole, parole ben articolate per giustificarla. Io conosco invece i fatti, e da almeno 30 anni prima del processo. Fatti che conoscono tutti, anche grazie alle mie denunce ma soprattutto per esperienza, dai lavoratori che lottavano per portare a casa la pelle, ai cittadini di Spinetta Marengo che non hanno bisogno della conferma delle indagini epidemiologiche, ma anche dai giornalisti che non pubblicano le denunce, dai giudici che hanno ignorato le denunce, dagli amministratori pubblici complici degli enormi inquinamenti (e anche concussi secondo Solvay). Fatti e non giochi di parole giudiziari. Fatti che ho meticolosamente elencato nella mia lunga testimonianza al processo. Fatti che nella melina di 7 anni di dibattimenti sono comunque emersi chiaramente come prove dalla mole di documentazioni e intercettazioni prodotte dal Pubblico Ministero: macigni che la sentenza ha affondato. Se penso che il presidente Ausimont-Solvay è stato assolto per non aver commesso il fatto, cioè non conosceva l’avvelenamento della falda benchè mi avesse licenziato proprio per averlo accusato di averla avvelenata… Se penso che pure il successivo presidente Solvay ne era al corrente se non altro tramite una mia lettera pubblicata anche su tutti i giornali… Se penso che gli unici 4 condannati di avvelenamento l’avrebbero comunque procurato involontariamente, per colpa e non per dolo… Se penso ai risarcimenti irrisori per le vittime e agli altri assurdi…  Se ci penso, ebbene, non dovrei dirlo, proprio io che i tribunali (di Milano) più volte dalle rappresaglie mi hanno salvato il posto di lavoro e la vita, ma sono arrivato al punto che non ho più la minima fiducia nella Giustizia. Se penso poi che non ci sarà vera bonifica del territorio della Fraschetta, né dell’acqua né dell’aria, alle malattie e alle morti… Fortunatamente avevo già comunicato al nostro congresso che non sarei più stato dal prossimo anno responsabile della sezione provinciale di Medicina democratica.
Lino Balza

Mottalciata: Da consiglio comunale no secco a progetto GreenOil

Il sindaco Vanzi: "Abbiamo applicato il principio di precauzione sancito dall'Europa e votato all'unanimità contro l'impianto. E' la fine del piano? La Provincia acquisisce pareri, poi decide".

venerdì 11 dicembre,

E' stato un confronto strutturato, con diversi interventi, quello che si è svolto ieri sera a Mottalciata sulla questione dell'azienda che vorrebbe avviare in paese un impianto per la produzione di bio-liquido, derivante da rifiuti vegetali e animali.

"L'Amministrazione comunale ha permesso a tutte le parti intervenute di esporre i propri punti di vista sulla questione Greenoil, l'azienda proponente - spiega il portavoce del comitato "La salute innanzitutto" Luca Iezzi -. I rappresentanti della ditta hanno illustrato l'impianto che vorrebbero farsi autorizzare. Dopo abbiamo parlato noi, con i risultati di due studi che abbiamo commissionato, specifici per questo impianto. Uno è stato realizzato dal laboratorio 'Nanodiagnostics' di Modena, coordinato dal dottor Stefano Montanari, che è il responsabile scientifico, e l'altro dal medico veterinario dottor Roberto Monfredini, che è membro nazionale del movimento 'Medicina democratica'. Le due relazioni hanno sollevato gravissime criticità sull'impianto, partendo da punti di vista differenti. Il nostro Comitato ha citato anche una nota recentissima, del 4 dicembre, emessa dal ministero dell'Ambiente, sezione rifiuti e inquinamento, nella quale si dice che è impossibile usare come combustibile il grasso animale. Quindi, più chiaro di così".

A seguire, il Comitato ha esposto una serie di osservazioni. "Tutte i nostri appunti sono già stati protocollati in Provincia - prosegue -, in modo che possano essere esaminati prima della conferenza dei Servizi che si terrà lunedì. Ci sono elementi presentati dalla ditta proponente che, secondo noi, contrastano fra di loro. Nel corso della serata ci sono stati gli interventi di Legambiente, con Daniele Gamba, del dottor Piana, incaricato dall'Ordine dei medici, dei rappresentanti del Fondo Edo Tempia, della Lilt, di Lucetta Bellomo di Rifondazione comunista, dei consiglieri comunali e di diversi cittadini. In particolare ha preso la parola un agricoltore, che si occupa di colture biologiche, che si è detto molto preoccupato per l'avvio di questo genere di impianto, in quanto la sua clientela è attenta alla qualità dell'aria e dell'acqua. Abbiamo ascoltato diverse opinioni. E' stato un confronto interessante. Anzi, ringraziamo il sindaco Roberto Vanzi per aver dato a noi, quanto a tutti gli altri, il tempo per esporre le motivazioni".

Questa sera si svolgerà il consiglio comunale di Mottalciata il quale, in merito all'impianto, dovrà rilasciare un parere di fattibilità. Lunedì a Biella si svolgerà la conferenza dei Servizi. 

 fonte

 

Buon Compleanno AIF AmbientInForma


 

Ciao a tutti,
il 16 Dicembre tutti i soci e simpatizzanti sono invitati c/o la Polisportiva in via Ciro Bisi,1 a Castelnuovo Rangone ore 20.00 per festeggiare il primo anno della nostra associazione con una bella torta di Compleanno.
 

Vi aspettiamo

Il consiglio direttivo

Elezioni Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Burana

Siamo alle porte delle elezione del consiglio di amministrazione del Consorzio della Burana.
Almeno 135.000 cittadini della provincia di Modena, Bologna e Mantova pagano questa tassa per mantenere un apparato il cui intento è la regimazione delle acque e la difesa del territorio .
Purtroppo questo organismo è diventato via via poco trasparente ed efficiente rispetto alle quote di danaro che racimola ogni anno dai contribuenti stimato in circa 15 milioni di euro oltre alle sovvenzione regionali e statali; basti solo pensare alla iniqua ripartizione dei consiglieri :
<![if !supportLists]>1.     <![endif]>135.000 elettori in sezione 1 eleggono 4 consiglieri
<![if !supportLists]>2.     <![endif]>34.000          elettori in sezione 2 eleggono 6 consiglieri
<![if !supportLists]>3.     <![endif]>3.500            elettori in sezione 3 eleggono 5 consiglieri
<![if !supportLists]>4.     <![endif]>579    elettori in sezione 4 eleggono 5 consiglieri
Un gruppo di cittadini è riuscito a creare una lista che parteciperà alle elezioni rappresentando i piccoli contribuenti ( da 14,98€ a 48,72€ ) e cercando di difendere il bene comune.
La lista si chiama "Cittadini nel Consorzio"  ed è rappresentata da un agricoltore che vanga la terra :
La lista è presente solo nella sezione dei piccoli contribuenti ( sezione 1 ) come illustra la scheda elettorale che evidenzia la mancanza di pluralità e quindi democrazia nelle altre sezioni ( nelle sezioni 2 , 3 e 4 troviamo una unica lista partecipante e quindi sicura di essere eletta ) :
Per potere partecipare alle elezioni occorre verificare a questo link http://elezioni.consorzioburana.it/ se siete intestatari e quindi avere il diritto al voto, inserendo il codice fiscale.
Le votazioni si svolgeranno nei giorni 9, 10, 11 e 12 dicembre ed ogni avente diritto può votare in uno qualsiasi dei seguenti seggi 
Benedetto Croce

Tracce di cromo esavalente rinvenute nelle muffe sulle pareti della biblioteca comunale di Cecina

Tirreno 26 novembre 2015

Il caso biblioteca finisce in Procura

Marchi (Md) invita a verificare nei laterizi la presenza di cromo di conceria
CECINA. «La verità è vicina, basta volerla vedere». Non ha dubbi Maurizio Marchi di Medicina democratica che sul caso delle tracce di cromo esavalente rinvenute nelle muffe sulle pareti della biblioteca comunale di Cecina rispolvera documenti del 1990 indirizzati al sindaco di Cecina, al presidente dell’allora Asl 14 e al presidente della giunta provinciale di Livorno.
«Tutti i nodi vengono al pettine, prima o poi – afferma Marchi –. Alla fine del 1989, la Provincia di Livorno ammise, su interrogazione del consigliere provinciale Roberto Nannetti di Democrazia proletaria, che la Lateritalia di Cecina era autorizzata a mischiare all’argilla fanghi al cromo per la fabbricazione di laterizi, pignatte, embrici, mattoni ecc., provenienti dal Consorzio Cuoiodepur di San Miniato in base alla delibera della Regione 9.883 del 31 ottobre 1988. Tutti sapevano quindi, Comune, Ausl, Provincia, che si stava cuocendo e distribuendo sul territorio laterizi al cromo esavalente, un potente cancerogeno. Ma nessuna amministrazione fece niente per fermare questa diffusione di nocività. Questa pratica sconsiderata andò avanti almeno fino al 1993».
L’esponente del movimento di lotta per la salute Medicina democratica indica la prospettiva da indagare. «Oggi la Commissione garanzia e controllo del Comune dovrebbe soltanto ricercare il capitolato d’appalto e le fatture relative alla fornitura dei laterizi occorrenti per la costruzione della Biblioteca comunale, se volesse realmente capire la presenza di cromo nell’edificio, rimuovere la nocività, riaprire la biblioteca, bene comune – sositiene –. Non sarà uno scherzo: si dovrà velocemente valutare se è il caso di demolire la struttura e smaltire le relative macerie come rifiuti tossici o se sia possibile isolare il cromo esavalente e impedire che possa nuocere».
Da qui le richieste all’amministrazione comunale di Cecina. «Chiediamo, inoltre, che si verifichi se altri edifici pubblici, per esempio scuole, siano stati costruiti con laterizi al cromo, ed informarne la popolazione – conclude Marchi –. Ignorare le voci scomode per seguire gli interessi forti è una costante degli amministratori locali. La vicenda della biblioteca di Cecina è un simbolo del fallimento di questa dirigenza, che danneggia la salute pubblica, scagiona di fatto gli affaristi locali, carica le bonifiche sui fondi pubblici. Per parte nostra, segnaleremo la questione alla magistratura, per quanto possa essere efficace».