Dalla serata di venerdì sera, organizzata da Aif Ambientinforma sul tema dei rifiuti è emerso con forza un quadro preciso delle criticità nella gestione del servizio nei nostri comuni e chiari esempi dei nuovi modelli improntati verso la strategia “rifiuti zero” e il conseguimento dei parametri imposti dall’Europa entro il 2020.
Maria Chiara Rodeghiero, presidente dell'Associazione Italiana Esposti Amianto e membro di Medicina Democratica, assieme all’avv. Bortolotto che segue il caso della Valdastico, hanno confermato che molti problemi sono legati agli illeciti in materia di smaltimento dei rifiuti industriali. I rifiuti tossici delle acciaierie della zona venivano scaricati nottetempo sul fondo scavato per l’autostrada A 31, e solo la collaborazione tra cittadini che hanno fatto segnalazione, Associazioni e autorità ha permesso di fare luce su uno scandalo che altrimenti sarebbe rimasto irrisolto.
In Italia – afferma l’On. Zolezzi, membro della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite dei rifiuti – siamo appena al 25% della strada da percorrere verso l’obiettivo del ciclo completo dei rifiuti e l’Emilia Romagna è tra gli ultimi posti. Gestire i rifiuti in autonomia porterebbe 195mila posti di lavoro, 2.000 posti in più per la provincia di Modena. Si tratta – continua Zolezzi – di togliere gli appalti a società come Hera, indebitate per miliardi di euro, e di gestire i rifiuti in proprio, con impianti di compostaggio comunali e la vendita diretta dei materiali differenziati, scavalcando anche i consorzi che ne bruciano la metà. Zolezzi ha poi dimostrato con i dati Isprambiente, che nei Comuni lombardi gestiti in proprio il costo annuo del servizio si attesta sui 79 € procapite, contro i 189 € dei Comuni gestiti da TEA. La maglia nera va ai Comuni gestiti da Hera Spa, con 218 € di costo annuo procapite, il più alto a livello nazionale. Ed è ancora l’Emilia Romagna assieme alla Toscana a detenere un altro record negativo, quello della maggior produzione dei rifiuti; non è un caso che nelle due regioni ci siano rispettivamente 8 e 5 inceneritori.
Dopo l’intervento dell’Ing. Francesco Girardi, ideatore del progetto Capannori e Tivoli, non ci sono più scuse. Le soluzioni ci sono, basta copiare i numerosi esempi dei Comuni virtuosi. I nostri amministratori non possono continuare a demandare il servizio rifiuti, da cui dipende gran parte della qualità dell’ambiente, ad una gestione privata e monopolistica. I contratti con Hera, per quanto rinnovati, e i piani finanziari addebitati ai Comuni dietro la schermatura di Atersir, non potranno rappresentano una svolta nella gestione dei rifiuti e difficilmente si raggiungeranno i livelli di efficienza ed economicità già raggiunti altrove da anni.
Il presidente
Maria Chiara Rodeghiero, presidente dell'Associazione Italiana Esposti Amianto e membro di Medicina Democratica, assieme all’avv. Bortolotto che segue il caso della Valdastico, hanno confermato che molti problemi sono legati agli illeciti in materia di smaltimento dei rifiuti industriali. I rifiuti tossici delle acciaierie della zona venivano scaricati nottetempo sul fondo scavato per l’autostrada A 31, e solo la collaborazione tra cittadini che hanno fatto segnalazione, Associazioni e autorità ha permesso di fare luce su uno scandalo che altrimenti sarebbe rimasto irrisolto.
In Italia – afferma l’On. Zolezzi, membro della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite dei rifiuti – siamo appena al 25% della strada da percorrere verso l’obiettivo del ciclo completo dei rifiuti e l’Emilia Romagna è tra gli ultimi posti. Gestire i rifiuti in autonomia porterebbe 195mila posti di lavoro, 2.000 posti in più per la provincia di Modena. Si tratta – continua Zolezzi – di togliere gli appalti a società come Hera, indebitate per miliardi di euro, e di gestire i rifiuti in proprio, con impianti di compostaggio comunali e la vendita diretta dei materiali differenziati, scavalcando anche i consorzi che ne bruciano la metà. Zolezzi ha poi dimostrato con i dati Isprambiente, che nei Comuni lombardi gestiti in proprio il costo annuo del servizio si attesta sui 79 € procapite, contro i 189 € dei Comuni gestiti da TEA. La maglia nera va ai Comuni gestiti da Hera Spa, con 218 € di costo annuo procapite, il più alto a livello nazionale. Ed è ancora l’Emilia Romagna assieme alla Toscana a detenere un altro record negativo, quello della maggior produzione dei rifiuti; non è un caso che nelle due regioni ci siano rispettivamente 8 e 5 inceneritori.
Dopo l’intervento dell’Ing. Francesco Girardi, ideatore del progetto Capannori e Tivoli, non ci sono più scuse. Le soluzioni ci sono, basta copiare i numerosi esempi dei Comuni virtuosi. I nostri amministratori non possono continuare a demandare il servizio rifiuti, da cui dipende gran parte della qualità dell’ambiente, ad una gestione privata e monopolistica. I contratti con Hera, per quanto rinnovati, e i piani finanziari addebitati ai Comuni dietro la schermatura di Atersir, non potranno rappresentano una svolta nella gestione dei rifiuti e difficilmente si raggiungeranno i livelli di efficienza ed economicità già raggiunti altrove da anni.
Il presidente
Dott Roberto Monfredini
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