AI MEDIA BIELLESI
E AGLI ENTI COINVOLTI
Biella, 09 novembre 2016
Sull’istanza presentata da PREMAR al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) per realizzare
un impianto sperimentale di pirolisi di materie plastiche nelle campagne della Baraggia coltivate a
riso (a Gifflenga, nel biellese), saranno determinanti i pareri ambientali di ARPA, Regione e
Provincia.
Lo stesso MISE, in modo informale, ha ammesso di non essere strutturato per svolgere studi di
impatto ambientale (e non ha competenze tecniche in merito). Il provvedimento conclusivo sarà
dunque assunto sulla base dei pareri pervenuti, in particolare sui rilievi e valutazioni ambientali
condotte da ARPA, dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Biella.
I Comitati locali e le associazioni che in Piemonte si sono trovati ad affrontare proposte per
impianti per il trattamento termico con pirolisi o la termovalorizzazione di materie plastiche si sono
recentemente riuniti a Santhià per confrontarsi e mettere in comune esperienze e competenze. Nel
corso dell’incontro hanno deciso di inoltrare il seguente appello affinché ARPA, Regione Piemonte
e Provincia di Biella esprimano un parere negativo sull’istanza presentata da PREMAR.
In sintesi i motivi con cui invitiamo ARPA, Regione e Provincia a fornire un parere sfavorevole al
progetto.
1.
La scarsa trasparenza: il Proponente nasconde con il “segreto industriale” il
funzionamento dell’impianto, considerato un prototipo. Tale “segreto”, esteso anche ai
parametri dimensionali (non si conoscono nemmeno i quantitativi dei materiali in ingresso e
in uscita) impedisce di fatto la valutazione del quadro emissivo e degli impatti.
2.
Il territorio ha una vocazione agricola orientata alla agricoltura di qualità: l’area in
cui l’impianto è proposto rientra nelle aree individuate dal disciplinare per la coltivazione
dell’unico riso Dop italiano e numerose sono le aziende che propongono coltivazioni
biologiche. Un impianto industriale per il trattamento di plastiche, oltre a determinare un
detrimento oggettivo delle condizioni ambientali esistenti, porterà anche ad un detrimento di
immagine per chi ha la necessità di illustrare che i propri campi non sono ubicati in aree
fortemente antropizzate.
3.
Molti analoghi progetti sono già stati bocciati in tutto il Piemonte: molti progetti di
pirogassificazione sono stati respinti (o ritirati dai Proponenti) per le gravi carenze
nell’analisi degli impatti ambientali. Va segnalato, in particolare, che ARPA ha cassato
pochi mesi fa un impianto simile a quello di PREMAR osservando che il syngas ottenuto
dal processo di pirolisi delle plastiche deve essere trattato alla stregua di un rifiuto e che le
emissioni in atmosfera legate a tale tecnologia sono ambientalmente rilevanti.
4.
L’assurdità impiantistica: il progetto prevede di trattare termicamente con la pirolisi
materie plastiche riciclabili (categoria PE e PP) al fine di ottenere oli combustibili (da
avviare ad altro processo termico): in sostanza bruciare plastica. Ma che senso ha bruciare
materiali da cui è tecnicamente possibile, attraverso un processo di riciclaggio, costruire
nuovi materiali ed oggetti? Perché mai non perseguire trasformazioni più ecologiche
attraverso il riuso e il riciclo?
5.
Stop alle combustioni nella Pianura Padana: questa area ad alta concentrazione
abitativa ed industriale è tra le più inquinate del globo (secondo i recentissimi dati
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è la peggiore di tutta l’Europa occidentale). Le
concentrazioni di polveri sottili, in particolare, sono elevatissime. Sempre più urgente è
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dunque la necessità di ridurre le emissioni, soprattutto di quelle attività che possono essere
dislocate.
6.
Ricorrere al principio di precauzione in ordine alle problematiche epidemiologiche:
il basso biellese è sempre più interessato da attività di trattamento rifiuti. Va ricordato che
Gifflenga non dista molto dalla Sacal di Carisio (emissione accertata di diossine per
recupero scarti Alluminio); dalla Sasil di Brusnengo (recupero vetro); da impianti di
discarica a Masserano e a Cavaglià, dal vicinissimo impianto Greenoil appena autorizzato
dalla Provincia, ecc..
Le ricadute sanitarie saranno dimostrate, epidemiologicamente, solo tra 30-40 anni. Oggi è
solo possibile valutare predittivamente se in letteratura sono già documentate specifiche
ricadute (ad esempio gli effetti delle polveri sottili) o con precauzione laddove non si sono
ancora maturate certezze scientifiche. Va segnalato che la trasmissione REPORT ha
recentemente condotto una inchiesta giornalistica sui pericoli sanitari correlati agli additivi
utilizzati per realizzare alcune plastiche. Alcune di queste sostanze interferiscono col
sistema endocrino, altre sono state riconosciute cancerogene. Trasformare la plastica in
olio con la pirolisi, e poi bruciare questo olio in un motore endotermico (tutte attività ben
inferiori ai 1.200 gradi) è operazione sicura? Dove finiranno gli additivi ritenuti cancerogeni?
Nel residuo solido? Nelle emissioni dei motori endotermici alimentati con l'olio combustibile
prodotto? Nel syngas che poi viene bruciato nella torcia?
Le sottoscritte associazioni e comitati (ed anche i singoli cittadini) auspicano dunque procedure di
esame delle istanze per la realizzazione degli impianti di trattamento termici di rifiuti caratterizzate
dalla massima trasparenza ed approfondimento tecnico, ambientale e socio-economico.
Riteniamo che in tema di ambiente e salute vada perseguito il massimo coinvolgimento del
territorio circostante (e non la sola singola amministrazione comunale ove è ubicato l’impianto) e la
piena ed attiva informazione dei cittadini.
E pertanto ritengono che non si possa sottrarre per ragioni di “segreto industriale” o di “taglia
dell’impianto” l’esame dell’istanza presentata da PREMAR dalla procedura più idonea prevista
dall’ordinamento europeo, ovvero disponendo
l’assoggettamento a VIA fase di VERIFICA e
sospendendo l’iter di autorizzazione presso il MISE ex art.li 57 e 57 bis della Legge 35 del 4 aprile
2012.
FIRME
AIF (AmbientInForma)
Andrissi Gianpaolo, consigliere regionale M5S
Arch. Belli Laura Luciano, ambientalista
Ing. Busto Mirko, deputato M5S
CARP Novara Onlus (Coordinamento Ambientalista Rifiuti del Piemonte)
Coalizione Sociale Biellese
Comitato DNT (Difesa Nostro Territorio) di Carpignano Sesia (Novara)
Comitato La Salute Innanzitutto, Mottalciata (BI)
Comitato No Piro Borgofranco d’Ivrea (Torino)
Cossato Futura
ISDE Italia - Associazione Medici per l'Ambiente - Torino e Novara
Legambiente Circolo Biellese “Tavo Burat”
Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute Onlus
Movimento 5 Stelle Biella
Movimento 5 Stelle Piemonte gruppo di Cossato
Movimento Valledora
Dott. Piana Graziano, delegato dell'Ordine dei Medici di Biella al settore della salute ambientale, e
rappresentante dell'associazione Medici per l'Ambiente (ISDE Italia)
Rifondazione Comunista Biellese
Segreteria Regionale di Rifondazione Comunista Piemonte