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Citterio mai più

Di Giuliano Serioli


Lo scorso marzo, su sollecitazione degli abitanti del Poggio, avevamo scritto che il cogeneratore Citterio non stava più funzionando da tempo.

Incredibile è stato apprendere, in maggio, che le istituzioni, di questo stop, non ne sapevano nulla.

Solo dopo la pubblicazione dell'articolo infatti, la Provincia ha sollecitato Arpa per una verifica della situazione.
E il 13 marzo Arpa aveva confermato che l'impianto di colatura del grasso era fermo e che anzi il cogeneratore era addirittura sparito.
Solo allora Citterio comunicava che il 5 novembre 2014 era occorso il grippaggio del motore e che solo il 14 febbraio successivo si era provveduto ad inviarlo ad officina specializzata per le opportune riparazioni.

L'azienda comunicava inoltre ad Arpa che l'impianto era rimasto in  funzione  solo dalle 9,30 del mattino alle 20,30 di sera e, solo da settembre, fino all'1 di notte.
Questo funzionamento a singhiozzo appare singolare perché un cogeneratore dovrebbe funzionare 24 ore su 24 per raggiungere la massima produzione di energia elettrica e quindi ricevere gli incentivi dal GSE e ottemperare alle consegne di energia ad Enel-distribuzione, evitando penali.
Dalla relazione portata in consiglio comunale a Felino dalla funzionaria della Provincia Beatrice Anelli, si è appreso inotlre che nell'autorizzazione si fa riferimento solo a grasso purificato tramite centrifugazione e degommazione, senza alcun trattamento chimico.
Ma il grasso di scarto senza trattamenti chimici brucia male, al punto da portare a corrosione il motore stesso, come infatti è avvenuto.

Da quando l'impianto è stato ultimato, giugno 2013, è probabile che siano state fatte diverse prove di combustione, tutte fallite, per arrivare a mettere in funzione l'impianto solo nel luglio del 2014.

Un impianto finito rimasto fermo per un anno intero per la sua intrinseca incapacità a funzionare.

A che cosa sono servite le relazioni tecniche presentate da Citterio e approvate dalle istituzioni preposte?

Gli sversamenti di grasso occorsi la scorsa estate nel Rio S.Ilario non sono stati casuali, come affermato dall'azienda, ma diretta conseguenza dei trattamenti del grasso con tensioattivi, gli
alchilbenzensolfonati, per rendere combustibile il grasso stesso.
Evidentemente l'acidità totale del grasso da fosfolipidi non permette comunque una combustione efficace, nemmeno con l'aggiunta di urea.
I dati Arpa da monitoraggio a camino non hanno dato valori significativi di emissioni.
Ma arrivano fino al 30 settembre.

Sappiamo che il cogeneratore è grippato il 5 novembre e non ci sono dati proprio nel periodo in cui le emissioni potrebbero essere andate fuori norma.
L'azienda è tenuta a monitorare in continuo le emissioni di NOx (ossidi di azoto), il dosaggio dell'urea ed il funzionamento impiantistico. Dai dati a camino di quel periodo specifico è probabile risultino valori di CO e IPA consentanei al grippaggio.
E' trapelato che è in corso un'istruttoria della magistratura sulla base di un'istanza della Provincia.

Il malfunzionamento del cogeneratore chiama direttamente in causa l'USL per emissioni che si sommano ad altre in una zona già al limite per polveri sottili e diossine.
Se gli impianti che producono energie da fonti rinnovabili non sono sostenibili per l'ambiente e la salute dei cittadini, non si devono realizzare.
Non se ne può sperimentarne l'efficienza e la fattibilità in un centro abitato, come sta avvenendo per Citterio.

Soprattutto quando ad altri prosciuttifici della pedemontana stanno proponendo impianti a grasso dello stesso tipo, che andranno incontro alle stesse criticità.

Gli impianti speculativi nella food valley vanno fermati.

Giuliano Serioli
18 maggio 2015

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