“Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.” Italo Calvino

Rieti - 6 Aprile 2018 - Giornata di studio su Biomasse forestali ad uso energetico

Tratto da Themis & Metis di Patrizia Gentilini


Ancora una volta in “assordante silenzio” mediatico si sta consumando l’ennesimo delitto a scapito della salute e dell’ambiente, anzi, forse proprio perché ormai sonoramente bocciato dagli elettori con le elezioni del 4 marzo,  il governo a guida Gentiloni  va “all’assalto della diligenza” e “raschia il fondo del barile”, continuando in modo del tutto illegittimo a legiferare e a fare ulteriori gravissimi danni al paese e ai suoi abitanti.
Questa volta le mani vengono messe sul nostro patrimonio boschivo e forestale che, con l’approvazione  il 16 marzo scorso, del D.Lgs riguardante le “Disposizioni concernenti la revisione e l’armonizzazione della normativa nazionale in materia di foreste e filiere forestali “ in attuazione dell’art. 5 della legge 28 luglio 2016, n. 154, noto anche come  “Testo Unico Forestale (TUF)”, viene visto solo nel suo aspetto economico di “valorizzazione energetica” per alimentare centrali a biomasse, trascurando totalmente il suo ruolo fondamentale ed insostituibile come fornitore (gratuito!) di servizi ecosistemici: purificazione dell’aria e delle acque  mantenimento dell’assetto idrogeologico e della biodiversità, contrasto ai cambiamenti climatici, solo per ricordarne i principali.
La questione è complessa e deve essere ben compresa in tuttala sua gravità, ma in poche parole  il TUF, che pure si richiama a principi di sostenibilità, si basa su presupposti incredibilmente antiscientifici come quello secondo cui i boschi morirebbero senza l’intervento costante dell’uomo e che “l’abbandono” sarebbe responsabile del loro degrado e addirittura degli incendi.
L’impostazione è pressoché esclusivamente produttivistica, utile solo al profitto immediato delle industrie del pellet e delle grandi centrali elettriche a biomasse, peraltro assai inquinanti, che oggi proliferano solo grazie agli incentivi statali senza i quali non hanno competitività di mercato e talune delle quali travolte da inchieste giudiziarie denominate “silvomafie”.
Guarda caso ai tavoli di lavoro per la stesura  del TUF di fatto si è registrata la partecipazione ampia di rappresentanti del mondo dell’industria ( specie delle filiere del legno e dell’energia “green”),  di pochissimi rappresentanti di docenti di materie forestali e completamente assente è risultata la presenza del mondo accademico esperto in ambienti naturali (botanici, zoologi, ecologi, patologi, geologi, ecc.).
Quando questo scenario ha cominciato a delinearsi in tutta la sua gravità si sono  levate vivissime  proteste che – come era logico  aspettarsi – non hanno mai raggiunto i grandi canali di comunicazione. Fra le prime voci che si sono levate va ricordata il 14 gennaio 2018 quella del Prof. Paolo Maddalena che in suo articolato documento lo ha definito. “ un decreto contro la Vita”, sottolineandone anche  i gravissimi aspetti di incostituzionalità.
L’Associazione dei Medici per l’Ambiente ISDE Italia e la Rete degli Scienziati di Energia per l’Italia  con un comunicato congiunto  hanno ricordato  come nel 3° millennio l’energia deve essere innanzi tutto risparmiata ma poi  attinta dall’unica energia veramente pulita e sostenibile, il sole e che incrementare la combustione di biomasse legnose  non potrà che peggiorare la qualità dell’aria, pessima in tante aree del paese.
Già oggi in Italia la qualità dell’aria è infatti particolarmente scadente e per questo siamo sotto procedura di infrazione da parte dell’UE.
Le biomasse solide contribuiscono (dati ISPRA) per circa il 68% al PM2.5 primario, cui va attribuito una consistente quota dei 60.000 decessi prematuri che si registrano ogni anno in Italia.
Ma alla cattiva qualità dell’aria vanno ascritte, oltre alle morti premature per eventi cardiovascolari, numerose altre patologie quali alterazioni della fertilità, della gravidanza, e del periodo perinatale,  nonché numerose patologie croniche cardio-respiratorie, metaboliche e neurologiche, compreso l’Alzheimer, cancro a polmone e vescica e ricoveri per patologie acute (soprattutto negli esposti più suscettibili come bambini e anziani)
Ma poi anche  264 Accademici si sono rivolti  direttamente al Presidente Mattarella e a Gentiloni,  e così pure 224 esperti di diverse discipline ( medici, giuristi, forestali, ingegneri , urbanisti etc), ed  un centinaio associazioni, fra cui anche i Comuni Virtuosi ed il cui elenco si aggiorna di ora in ora.
Ben 23.957 cittadini nel momento in cui scrivo hanno sottoscritto e stanno continuando a farlo una petizione .
Moltissimi cittadini poi continuano a rivolgersi direttamente a Mattarella andando sul sito ufficiale del Quirinale e scongiurando il Presidente di non firmare il decreto e risparmiare una ennesima sciagura all’Italia.
Ma anche European Consumers , ITALIA NOSTRA LIPUWWFGreenpeace  hanno sollevato dissenso e  pesanti critiche.
Questi diversi soggetti hanno evidenziato,  con diverse sfumature, sulla base delle diverse competenze e sensibilità, come il decreto sia un vero e proprio attentato  alla salute e al patrimonio boschivo, ambientale e paesaggistico italiano, già messo a dura prova dai recenti atti vandalici e criminali e verosimilmente favorito dallo smantellamento del Corpo Forestale.
L’unica associazione ambientalista che si è espressa a favore del Dlgs è Legambiente, il cui presidente onorario Ermete Realacci è stato fra i suoi più accesi fautori.
Ma ben tre dei 4 onorevoli che hanno voluto il DLgs (on. Olivero, sottosegretario all’Agricoltura, on. Realacci presidente della Commissione Ambiente, on. Sani presidente della Commissione agricoltura) non sono stati rieletti alle ultime consultazioni elettorali! Come si può continuare come se dopo il 4 marzo nulla fosse successo?
E’  davvero paradossale pensare che  tutti noi paghiamo di più l’energia elettrica (l’ultimo aumento a gennaio) perché incentivi destinati a fonti rinnovabili  finiscono per incentivare fonti energetiche che di rinnovabile hanno solo il suffisso “bio” e che non solo attentano all’ambiente, calpestano la Costituzione, ma  ci  rovinano anche la salute.
Un  convegno dal taglio rigorosamente scientifico,  in cui saranno affrontati ed approfondati tutti  i risvolti che  tale pratica comporta cui auspichiamo la massima partecipazione perché ormai non sono frequenti nel nostro paese  le occasioni il cui le voci  di esperti “indipendenti”, senza alcun conflitto di interesse, possono farsi sentire.

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