“Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.” Italo Calvino

Solignano - Pedemontana



Tratto da LaPressa

Sala piena ieri sera per l'incontro 'Infrastrutture, viabilità e Pedemontana' organizzato da AmbienteInForma e Medicina Democratica a Solignano, moderato da La Pressa, alla presenza di Roberto Monfredini presidente Aif, del presidente di Italia Nostra Giovanni Losavio, dell'urbanista Lorenzo Carapellese, di Cinzia Franchini nelle vesti di consulente Adr e di Franco Piacentini dell'Associazione vittime della strada.

Al centro dell'incontro l'eterno ritardo (17 anni) nella realizzazione di un chilometro di extraurbana secondaria, la Pedemontana, finanziata dal 2010 e ancora incompiuta, con un progetto che comunque desta più di una perplessità per la presenza di rotatorie a raso che spaccano in due il territorio.
'Una serata che mi ha stupito per la partecipazione e che ha evidenziato soprattutto il fallimento nella programmazione infrastrutturale di chi è deputato a questo, la Provincia - ha commentato Monfredini -. La difformità progettuale tra gli assi a est e ovest di Castelvetro pone un serio problema in quanto la programmazione regionale con il PRIT 2015 prevede una strada classe C con una corsia per senso di marcia in previsione del raddoppio. A castelvetro si continua nella miscelazione del traffico pesante con il leggero, 5 rotonde in 5 chilometri e ovviamente è impensabile andare a sostituire in futuro una rotonda con un ponte'. 

Tanti gli spunti dai rilievi generali sugli aspetti legati alla tutela paesaggistica nella progettazione delle grandi opere sollevati da Giovanni Losavio (anche se in questo caso a bloccare i lavori fu un ricorso di una azienda privata, Inalca) al tema della incidentalità stradale con Franco Piacentini (doppia sul territorio delle Terre di Castelli rispetto alla media regionale e provinciale), dal tema delle esigenze del mondo imprenditoriale e di settore con Cinzia Franchini a quello della partecipazione sottolineato da Carapellese.


Fanghi di depurazione - l'opinione di Medicina Democratica sulla questione e utilizzo agronomico

dal sito di Medicina Democratica

Ha destato scalpore l’inserimento nel “decreto urgenze” (DL 109 del 29.09.2018) di una norma dedicata alla concentrazione limite degli idrocarburi nei fanghi utilizzabili per lo spandimento in agricoltura. Il testo è il seguente Art. 41 Disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione
“ 1. Al fine di superare situazioni di criticità nella gestione dei fanghi di depurazione, nelle more di una revisione organica della normativa di settore, continuano a valere, ai fini dell’utilizzo in agricoltura dei fanghi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99, i limiti dell’Allegato IB del predetto decreto, fatta eccezione per gli idrocarburi (C10-C40), per i quali il limite è : ≤ 1.000 (mg/kg tal quale). Ai fini della presente disposizione, per il parametro idrocarburi C10-C40, il limite di 1.000 mg/kg tal quale si intende comunque rispettato se la ricerca dei marker di cancerogenicità fornisce valori inferiori a quelli definiti ai sensi della nota L, contenuta nell'allegato VI del regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, richiamata nella decisione 955/2014/UE della Commissione del 16 dicembre “.
Il provvedimento è stato accusato di innalzare i limiti previgenti relativi al suddetto parametro, la questione è più complessa ed interessa sia ritardi (e pasticci) normativi sia aspetti di carattere tecnico e di tutela ambientale.
In effetti potrebbe essere definito come una “pezza peggiore del buco” come diversi provvedimenti regionali che l’hanno preceduto ma è improprio dire che il provvedimento “alza” i limiti relativi agli idrocarburi per l’utilizzo dei fanghi in agricoltura visto che non vi erano in precedenza chiare soglie, risulta più corretto affermare che il provvedimento fissa dei limiti non coerenti con gli obiettivi della normativa (sull'utilizzo agronomico dei fanghi e sui rifiuti più in generale) finalizzati da un lato al recupero, per quanto possibile, di tali rifiuti e dall'altro alla tutela ambientale (dei suoli e delle produzioni alimentari).
Per poter avere una idea precisa e svolgere delle valutazioni fondate sulla liceità e sugli effetti di tale provvedimento occorre chiarire il contesto normativo, gli effetti di alcune sentenze e tenere conto di alcuni aspetti “tecnici” strettamente legati alla questione.

Nella nota che si allega si formulano delle considerazioni sul provvedimento, sullo stato dell’arte della questione e si forniscono delle proposte sul tema.
Nell'invitare alla lettura del documento integrale, riportiamo sotto le conclusioni del documento.
Conclusioni
Va premesso che l’utilizzo agronomico di fanghi di depurazione di provenienza civile è sicuramente una pratica positiva se ben condotta (idonei trattamenti e modalità di impiego) nonché se la provenienza è idoneamente controllata e sottoposta a norme idonee a ridurre la presenza di sostanze pericolose (non completamente eliminabili) e dall'altro lato ad assicurare la presenza di elementi utili per il suolo (in particolare il fosforo).
Diversi motivi spingono in questa direzione (ferma la preferibilità del recupero rispetto allo smaltimento). Tra quelli principali l’impoverimento del suolo (si veda la direttiva quadro sulla protezione del suolo), quello dei cambiamenti climatici (si tratta di “bloccare” carbonio che altrimenti potrebbe essere emesso).

Tra i “pacchetti” in via di definizione dalla Unione Europea per l’economia circolare ve ne è uno dedicato ai fertilizzanti ove vi è uno spazio dedicato al recupero del fosforo (anche) dai fanghi per l’impiego come fertilizzanti riducendo la dipendenza dalla importazione della materia prima (fosforo/fosforite). Per dirla con le parole della Commissione “i concimi ottenuti da materie prime nazionali, organiche o secondarie, conformemente al modello di economia circolare sono svantaggiati, sotto il profilo concorrenziale, rispetto a quelli prodotti rispettando un modello di economia lineare. Tale distorsione di concorrenza ostacola gli investimenti nell'economia circolare.”
Il tema dei fanghi va affrontato, anche normativamente, tenendo conto di questo contesto.

Non va comunque dimenticato che – nell'immediato – la possibile presenza di sostanze pericolose, la possibilità di trattamenti inidonei, la miscelazione con altri rifiuti e pratiche agronomiche non corrette possono determinare danni ambientali.
La questione emersa con il contenuto dell’art. 41 del decreto legge “urgenze” deriva dal mancato aggiornamento del Dlgs 99/1992 in parte per colpa “europea” e in parte italiana.

Seguendo quanto indicato dalla normativa via via emanata il legislatore deve valutare e definire quale sia il valore di sostanze pericolose che possono essere “dannose per il terreno, per le colture, per gli animali, per l’uomo e per l’ambiente in generale” tenuto conto che, rimanendo agli idrocarburi, una qualche traccia vi sarà sempre in quanto la maggior parte dei depuratori non tratta solo scarichi civili ma anche industriali (per non parlare di scarichi non autorizzati di ogni genere).
Il riferimento adottato dalla Cassazione Penale (limiti per i suoli) è oggettivamente fortemente restrittivo e giuridicamente debole in quanto si fa riferimento a limiti di qualità (non contaminazione) del suolo e non di un rifiuto cui comunque si riconosce, a certe condizioni, una forma di recupero in quanto può fornire elementi nutritivi utili al terreno (fosforo, carbonio, azoto) tenendo conto di limitazioni (ridotta presenza di sostanze pericolose, modalità di impiego, tipologie di suoli idonei inclusa la considerazione sulla loro sensibilità per permeabilità ai nitrati).
Il TAR Lombardia si è riferito a un valore più “fondato” (500 mg/kg s.s.) rispetto a quello stabilito dal governo di 10.000 mg/kg tal quale, la discussione dovrebbe concentrarsi su tali aspetti e fondata su valutazioni tecniche idoneamente approfondite e discusse.
Sarebbe ovviamente opportuna una normativa a livello europeo per evitare situazioni diversificate tra i diversi paesi, allo stato sono stati prodotti documenti di discussione (l’ultimo nel 2010) nei quali comunque l’aspetto specifico degli idrocarburi non è oggetto, allo stato, di proposte di limiti specifici.
La questione non va ridotta da una “guerra” di limiti ma affrontare il tema dei fanghi a partire dalla introduzione di tecnologie (disponibili) atte a ridurne la produzione, ridurre i contaminanti presenti, recuperarli anche in altre filiere di utilizzo, controllare il destino dei fanghi di origine industriale.

Per Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute
Marco Caldiroli

Solignano / Pedemontana - Comunicato Stampa

Comunicato Stampa

Cercheremo di affrontare il problema della sicurezza stradale e delle infrastrutture, con esperti del settore, cercando di fare azione “vicariante” delle istituzioni , che hanno delegato alla rappresentanza politica degli enti eletti ( Provincia Regione Comune) il ruolo di delega, senza affrontare il passaggio chiave , la TRASPARENZA. Che la nostra Provincia necessiti di soluzioni integrate nelle infrastrutture è ormai evidente, ma che si debba aspettare 17 anni per realizzare un km di EXTRAURBANA secondaria, la Pedemontana , finanziata dal 2010 appare ridicolo. La difformità progettuale tra l’asse a est di Castelvetro , Nuova Bazzanese e a ovest , Fiorano Sassuolo, si è tradotta  in insicurezza stradale evidenziata dal numero dei sinistri che si verificano su quel tratto ( collo di bottiglia).
Si cercherà di affrontare la relazione tra CISPADANA, 73 km, e PEDEMONTANA 130 km , unici assi est ovest del PRIT della Regione ER , uno di classe A , il primo , e l’altro di classe C , il secondo , ma quest’ultimo inserito nel contesto maggiormente produttivo della Regione ( polo di Sassuolo)
Cercheremo di mettere in relazione l’inquinamento con la viabilità , il trasporto pesante e gli scali merci , la viabilità e la sicurezza stradale che vede ancora morire sulle strade dai dati ISTAT pedoni e ciclisti , e che vede la programmazione regionale continuare a mettere in contatto questi utenti deboli con i mezzi pesanti nelle strade C ( pedemontana).
Per quanto sopra e tanto altro Vi aspettiamo numerosi perché la forza in questi casi è data dalla partecipazione.

Il presidente di AIF 
Dott. Monfredini Roberto

Solignano - Si aggiunge un relatore a parlare di Pedemontana

Siamo lieti di informare che anche il Presidente di Italia Nostra sez. Modena Giovanni Losavio sarà fra i relatori della serata del 9 Novembre dedicata alla Pedemontana.
Vi aspettiamo


Ambiente & Salute - VIS e VDS: traguardi raggiunti e ulteriori passi avanti da compiere

Tratto dal sito Micron

Considerando gli sviluppi legislativi sulla Valutazione di Impatto Ambientale, VIA, che ora include la Valutazione di Impatto sulla Salute, VIS (DL n.104, 16 giugno 2017, recepimento della Direttiva UE 52/2014) e il recente accordo sull’ILVA di Taranto, che prevede l’applicazione della Valutazione del Danno Sanitario, VDS, vale la pena di provare a capire le differenza tra questi diversi tipi di valutazione, che coinvolgono le competenze del sistema delle agenzie ambientali e delle aziende sanitarie in Italia.
La differenza tra valutazione di danno e valutazione di impatto è articolata: la più immediata è che il danno sanitario si valuta a posteriori (ex-post), quando eventi ambientali e sanitari connessi sono già accaduti, mentre l’impatto sanitario si quantifica preventivamente (ex-ante) stimando ciò che è prevedibile accada a seguito di cambiamenti ambientali e sanitari connessi. La seconda differenza, che nella sostanza è ancora più importante della precedente, attiene al meccanismo di valutazione del danno e dell’impatto.
Occorre ricordare che la VDS è uno strumento, definito per l’Autorizzazione Integrata Ambientale dell’ILVA di Taranto, che interviene ad AIA già rilasciata per valutare l’effetto sanitario dell’esercizio dell’installazione, a seguito della implementazione della prescrizioni ambientali impartite dall’AIA sulla base delle migliori tecniche disponibili. Al di là delle definizioni formali vediamo come sono declinati nella normativa esistente. Per capire la differenza occorre richiamare il fatto che la VDS come prevista dal DM 24 aprile 2013 vincola l’effettuazione della valutazione preventiva del danno potenziale al superamento di limiti ambientali stabiliti dalla stessa AIA specifica. Se questi limiti non vengono superati non si procede a valutazione preventiva e si svolge solo una valutazione periodica di rischio, misurando in buona sostanza il danno che si è già verificato.
È questa la principale differenza rispetto alla VIS, che è basata sulla valutazione del numero di casi di morte, di malattia, di anni di vita persi, attribuibili all'impatto ambientale di un certo intervento (impianto, progetto, piano), senza riferimento a limiti normativi ma sulla base dell’incremento di inquinamento previsto, stimato a partire da misure ambientali, misure individuali o stime modellistiche (valutazione dell’esposizione).
Questo dipende dalla consapevolezza, basata sulle evidenze scientifiche, che effetti negativi sulla salute possano manifestarsi anche al di sotto di soglie di legge. Infatti, queste sono stabilite con latenze temporali dipendenti dai diversi interessi in gioco e finiscono per non allinearsi con le conoscenze scientifiche più aggiornate.
L’esempio più esplicativo è rappresentato dal non allineamento tra valori guida di inquinamento atmosferico suggeriti dall’OMS e limiti stabiliti dalla normativa nazionale ed europea in vigore: valore limite annuale per la protezione della salute umana 20 μg/m3 a fronte di 40 μg/m3 per il PM10 e 10 mg/ma fronte di 25 mg/m3per il PM2,5. A proposito delle differenze tra VIS e VDS, il recente accordo per l’ILVA di Taranto offre un utile elemento di riflessione.
A un certo punto dell’iter preparatorio era sembrato che ci potesse essere un’evoluzione dalla VDS alla VIS, ma poi così non è stato.
Nell’“Addendum al Contratto di affitto infatti con obbligo di acquisto di rami d’azienda”  si obbliga l’affittuario a “cooperare attivamente con ARPA Puglia, ASL e AReS allo scopo di aggiornare annualmente la VDS, in conformità ai criteri indicati dal DM 24 aprile 2013 ed effettuare una analisi congiunta, con le sopra citate autorità, delle conclusioni della stessa VDS, da utilizzare anche a fini di fornire al pubblico una corretta e trasparente informazione riguardo al rischio attribuibile alle attività industriali dello stabilimento di Taranto” (punto 3.3, comma a). Con questa formulazione si prevede il calcolo del rischio attribuibile (numero di eventi dovuti ad un cambiamento), che è la misura principe per la valutazione preventiva di impatto, inserita però per effettuare una valutazione ex-post, giusto appunto di danno. Una situazione che dà adito ad ambiguità interpretativa o che comunque non è chiara.
Una valutazione di danno potenziale sulla salute che potrebbe verificarsi a seguito di cambiamenti ambientali, se stimata mediante un rischio attribuibile, sarebbe in realtà una valutazione di impatto.
È facilmente comprensibile come questa prescrizione possa comportare conseguenze, anche non trascurabili, al momento di valutare gli effetti di azioni di cambiamento sia potenzialmente positivi, come la copertura di parchi minerari, sia potenzialmente negativi, come l’incremento di produzione di acciaio da 6 a 8 milioni di tonn/anno. La VIS permetterebbe di valutare quantitativamente scenari alternativi, ad esempio riferiti a tempistiche diverse di copertura dei parchi minerari, a uso di differenti tecnologie di depurazione, all’incremento o meno di produzione di acciaio.
Il caso della VDS fa pensare che non sia stato ancora compreso fino in fondo come la VIS possa dispiegare le sue potenzialità, specie per la presa di decisioni, non solo in sede di VIA ma anche in molte altre circostanze e situazioni, come appunto un piano ambientale, se intesa come strumento di valutazione preventiva di impatti sulla salute, negativi ma anche, e direi soprattutto, positivi. Su questo piano è molto importante l’attività in corso da parte del gruppo di lavoro sulla VIS  della task forceambiente e salute istituita dal Ministero della Salute (Decreto dirigenziale del 9 novembre 2017) .
Il gruppo, multi-istituzionale e multidisciplinare, coadiuva il Ministero della Salute nell’iter di definizione di Linee Guida VIS per la VIA, a cura di ISS in accordo con quanto previsto dal decreto legislativo n. 104/2017. Infatti, il comma b -bis ) dell’art.2 dello stesso decreto, definisce “la valutazione di impatto sanitario, di seguito VIS: elaborato predisposto dal proponente sulla base delle linee guida adottate con decreto del Ministro della salute, che si avvale dell’Istituto superiore di sanità, al fine di stimare gli impatti complessivi, diretti e indiretti, che la realizzazione e l’esercizio del progetto può procurare sulla salute della popolazione”.
L’attività di definizione delle LG VIS, che rappresentano una revisione del doc ISTISAN 17/4 che ISS aveva preparato per rispondere alla L. 221/2015 (c.d. per la green economy), è in via di completamento e il suo rilascio avverrà nel mese di ottobre.
Le nuove LG, in generale accordo con quelle prodotte dal progetto CCM t4HIA, contengono un notevole approfondimento e indicazioni per il proponente riguardanti la valutazione del rischio sia mediante approccio tossicologico sia epidemiologico, oltre ad una nuova sezione per le valutazioni eco-tossicologiche.
Oltre alle LG VIS per la VIA è stato convenuto che lo stesso gruppo di lavoro si occuperà di approfondire e definire strumenti di VIS nella VAS e per orientare i piani regionali in materia di qualità delle acque e dell’aria.

San Cesario - La parola alle aziende di recupero

Una serata molto interessante e chiarificatrice
Un settore , quello del recupero , che stenta a  sopravvivere ma che se debitamente ascoltato potrebbe portare posti di lavoro unitamente all'aumento della percentuale di recupero della materia.



Aif Ambientinforma

San Cesario Martedi 19 giugno ore 20,30 - La parola alle Aziende di recupero

Abbiamo pensato di entrare nel sistema dei rifiuti parlando con le aziende che si occupano dell’altra faccia della medaglia, quello del recupero, al fine di comprendere quanta materia prima seconda viene ad essere effettivamente recuperata , quanta invece viene ad essere smaltita e le difficoltà che devono affrontare quotidianamente le ditte del settore.
Per fare questo abbiamo due importanti ditte del settore, un progetto pilota Dea Minerva con il sindaco Caroli ideatore e promotore, e il CONAI , struttura che con i Comuni fissa ogni 5 anni i paletti dell’accordo quadro che ricalca la 152/06.
Affronteremo certamente il tema del RIMBORSO CONAI che con i consorzi di recupero spesso si prosciuga prima di arrivare nelle casse dei Comuni, il TASSO DI RICICLAGGIO, e il problema della plastica in cogenerazione.
Certi di fare cosa gradita ai cittadini vi aspettiamo numerosi presso la Sala Grande di Villa Boschetti a S Cesario , martedì 19 Giugno ,ore 20,30

Il presidente Monfredini Roberto 

Aif - Donazione 5x1000 - Grazie mille per il vostro sostegno





Le nostre principali spese sono gli affitti delle sale dove organizziamo gli eventi , la stampa del materiale per pubblicizzare gli eventi e il rimborso spese che occasionalmente ci chiedono i relatori che arrivano da fuori regione.

Dal 16 Novembre 2014 , giorno in cui Aif e' nata abbiamo organizzato svariati eventi (qui la lista) affrontando temi di carattere ambientale , scientifico, sanitario.
Abbiamo invitato illustri relatori del mondo medico , accademico , scientifico , giuridico ecc..
Abbiamo sempre tentato di coinvolgere le istituzioni (Sindaci , Assessori , Arpae , Usl , Atersir , Universita' , ecc..). Istituzioni che quando hanno accettato di intervenire hanno sempre arricchito l'evento.

Grazie 1000 per il vostro sostegno

Aif Ambientinforma

"Io non posso insegnare niente a nessuno , io posso solo farli pensare" - Socrate-

Rieti - 6 Aprile 2018 - Giornata di studio su Biomasse forestali ad uso energetico

Tratto da Themis & Metis di Patrizia Gentilini


Ancora una volta in “assordante silenzio” mediatico si sta consumando l’ennesimo delitto a scapito della salute e dell’ambiente, anzi, forse proprio perché ormai sonoramente bocciato dagli elettori con le elezioni del 4 marzo,  il governo a guida Gentiloni  va “all’assalto della diligenza” e “raschia il fondo del barile”, continuando in modo del tutto illegittimo a legiferare e a fare ulteriori gravissimi danni al paese e ai suoi abitanti.
Questa volta le mani vengono messe sul nostro patrimonio boschivo e forestale che, con l’approvazione  il 16 marzo scorso, del D.Lgs riguardante le “Disposizioni concernenti la revisione e l’armonizzazione della normativa nazionale in materia di foreste e filiere forestali “ in attuazione dell’art. 5 della legge 28 luglio 2016, n. 154, noto anche come  “Testo Unico Forestale (TUF)”, viene visto solo nel suo aspetto economico di “valorizzazione energetica” per alimentare centrali a biomasse, trascurando totalmente il suo ruolo fondamentale ed insostituibile come fornitore (gratuito!) di servizi ecosistemici: purificazione dell’aria e delle acque  mantenimento dell’assetto idrogeologico e della biodiversità, contrasto ai cambiamenti climatici, solo per ricordarne i principali.
La questione è complessa e deve essere ben compresa in tuttala sua gravità, ma in poche parole  il TUF, che pure si richiama a principi di sostenibilità, si basa su presupposti incredibilmente antiscientifici come quello secondo cui i boschi morirebbero senza l’intervento costante dell’uomo e che “l’abbandono” sarebbe responsabile del loro degrado e addirittura degli incendi.
L’impostazione è pressoché esclusivamente produttivistica, utile solo al profitto immediato delle industrie del pellet e delle grandi centrali elettriche a biomasse, peraltro assai inquinanti, che oggi proliferano solo grazie agli incentivi statali senza i quali non hanno competitività di mercato e talune delle quali travolte da inchieste giudiziarie denominate “silvomafie”.
Guarda caso ai tavoli di lavoro per la stesura  del TUF di fatto si è registrata la partecipazione ampia di rappresentanti del mondo dell’industria ( specie delle filiere del legno e dell’energia “green”),  di pochissimi rappresentanti di docenti di materie forestali e completamente assente è risultata la presenza del mondo accademico esperto in ambienti naturali (botanici, zoologi, ecologi, patologi, geologi, ecc.).
Quando questo scenario ha cominciato a delinearsi in tutta la sua gravità si sono  levate vivissime  proteste che – come era logico  aspettarsi – non hanno mai raggiunto i grandi canali di comunicazione. Fra le prime voci che si sono levate va ricordata il 14 gennaio 2018 quella del Prof. Paolo Maddalena che in suo articolato documento lo ha definito. “ un decreto contro la Vita”, sottolineandone anche  i gravissimi aspetti di incostituzionalità.
L’Associazione dei Medici per l’Ambiente ISDE Italia e la Rete degli Scienziati di Energia per l’Italia  con un comunicato congiunto  hanno ricordato  come nel 3° millennio l’energia deve essere innanzi tutto risparmiata ma poi  attinta dall’unica energia veramente pulita e sostenibile, il sole e che incrementare la combustione di biomasse legnose  non potrà che peggiorare la qualità dell’aria, pessima in tante aree del paese.
Già oggi in Italia la qualità dell’aria è infatti particolarmente scadente e per questo siamo sotto procedura di infrazione da parte dell’UE.
Le biomasse solide contribuiscono (dati ISPRA) per circa il 68% al PM2.5 primario, cui va attribuito una consistente quota dei 60.000 decessi prematuri che si registrano ogni anno in Italia.
Ma alla cattiva qualità dell’aria vanno ascritte, oltre alle morti premature per eventi cardiovascolari, numerose altre patologie quali alterazioni della fertilità, della gravidanza, e del periodo perinatale,  nonché numerose patologie croniche cardio-respiratorie, metaboliche e neurologiche, compreso l’Alzheimer, cancro a polmone e vescica e ricoveri per patologie acute (soprattutto negli esposti più suscettibili come bambini e anziani)
Ma poi anche  264 Accademici si sono rivolti  direttamente al Presidente Mattarella e a Gentiloni,  e così pure 224 esperti di diverse discipline ( medici, giuristi, forestali, ingegneri , urbanisti etc), ed  un centinaio associazioni, fra cui anche i Comuni Virtuosi ed il cui elenco si aggiorna di ora in ora.
Ben 23.957 cittadini nel momento in cui scrivo hanno sottoscritto e stanno continuando a farlo una petizione .
Moltissimi cittadini poi continuano a rivolgersi direttamente a Mattarella andando sul sito ufficiale del Quirinale e scongiurando il Presidente di non firmare il decreto e risparmiare una ennesima sciagura all’Italia.
Ma anche European Consumers , ITALIA NOSTRA LIPUWWFGreenpeace  hanno sollevato dissenso e  pesanti critiche.
Questi diversi soggetti hanno evidenziato,  con diverse sfumature, sulla base delle diverse competenze e sensibilità, come il decreto sia un vero e proprio attentato  alla salute e al patrimonio boschivo, ambientale e paesaggistico italiano, già messo a dura prova dai recenti atti vandalici e criminali e verosimilmente favorito dallo smantellamento del Corpo Forestale.
L’unica associazione ambientalista che si è espressa a favore del Dlgs è Legambiente, il cui presidente onorario Ermete Realacci è stato fra i suoi più accesi fautori.
Ma ben tre dei 4 onorevoli che hanno voluto il DLgs (on. Olivero, sottosegretario all’Agricoltura, on. Realacci presidente della Commissione Ambiente, on. Sani presidente della Commissione agricoltura) non sono stati rieletti alle ultime consultazioni elettorali! Come si può continuare come se dopo il 4 marzo nulla fosse successo?
E’  davvero paradossale pensare che  tutti noi paghiamo di più l’energia elettrica (l’ultimo aumento a gennaio) perché incentivi destinati a fonti rinnovabili  finiscono per incentivare fonti energetiche che di rinnovabile hanno solo il suffisso “bio” e che non solo attentano all’ambiente, calpestano la Costituzione, ma  ci  rovinano anche la salute.
Un  convegno dal taglio rigorosamente scientifico,  in cui saranno affrontati ed approfondati tutti  i risvolti che  tale pratica comporta cui auspichiamo la massima partecipazione perché ormai non sono frequenti nel nostro paese  le occasioni il cui le voci  di esperti “indipendenti”, senza alcun conflitto di interesse, possono farsi sentire.

ISDE - Osservazioni di carattere scientifico sul caso Laminam

Nei giorni scorsi l’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE) ha inviato ad AUSL, Assessore Regionale all’ambiente, Paola Gazzolo, e alla Sanità, Sergio Venturi, una lettera dove vengono riportare osservazioni di carattere scientifico sul caso Laminam.
In breve, la lettura dei documenti prodotti da Ausl ha suscitato nei medici ISDE “qualche perplessità perché i giudizi espressi riguardanti gli impatti ambientali della ditta Laminam non sono omogenei“.
“…le omissioni più gravi ci sembrano relative all’esclusione della verifica di possibili effetti cronici delle esposizioni alle numerosissime sostanze emesse dai camini della Laminamsostanze solo parzialmente identificate. Eppure le analisi a camino hanno dimostrato la presenza, in concentrazioni relativamente elevate, di due noti cancerogeni per l’uomo, la formaldeide e il benzene, classificati dalla IARC in classe uno (cancerogeno certo). Anche l’acido solforico è un cancerogeno sospetto, mentre gli SOx sono ritenuti un marker dell’effetto cancerogeno dovuto all’inquinamento atmosferico.”
“Le analisi dell’ARPA mostrano la presenza nelle emissioni Laminam di altre sostanze tossiche o cancerogene, così come nella relazione dello Studio Alfa e in alcune segnalazione provenienti dai cittadini. Segnaliamo ad esempio il nichel, gli isocianati (la loro degradazione termica sviluppa cianuro? Ecco una domanda cui sarebbe utile dare una risposta), l’acido cloridrico. E’ appena il caso di ricordare che le dosi correlate agli effetti cronici sono molto più basse di quelle che provocano effetti acuti, e che, per le sostanze cancerogene che agiscono alterando il patrimonio genetico, una dose innocua non esiste, o è troppo bassa per essere rilevata.”
“Vogliamo  infine ricordare, in particolare, due sentenze.
La prima riguarda un contenzioso fra Regione Emilia Romagna, Comune di Cesena e una ditta per lo stoccaggio e il commercio di residui animali (N. 02751/2014REG.PROV.COLL. N. 04457/2003 REG.RIC.). Si tratta di una industria insalubre di prima classe posta vicino all’abitato. La sentenza richiama una disposizione dell’Ente di controllo che stabiliva una distanza minima
dall’abitato di 500 metri per queste industrie, e dà torto alla ditta, per cui viene revocata l’AIA. Laminam è un’industria insalubre di prima classe. La seconda è una sentenza del Consiglio di Stato ( Consiglio di Stato n. 163 del 20/1/2015) che afferma che senza una convincente valutazione degli impatti sanitari l’AIA, anche se rilasciata, non è valida. La Laminam ha ereditato per
voltura l’AIA dalla ditta Kale Italia SRL e non ha presentato VIA per la modifica attualmente richiesta. In sostanza non esiste nessuna relazione sugli impatti sanitari che le sue emissioni possono produrre o hanno già prodotto.”
“Crediamo che sia da valutare la possibilità di attuare interventi impositivi ostativi all’ampliamento e disposizioni atte a recepire una convincente valutazione degli impatti sulla salute della attività in essereValutazione che a parer nostro deve comprendere sia gli effetti acuti che quelli cronici.
E’ anche necessario verificare lo stato di salute attuale della popolazione, attraverso opportune verifiche statistiche georeferenziate sulla incidenza e sulla mortalità da patologie teoricamente correlate con i pericoli legati alla presenza nel ciclo produttivo di Laminam di numerosi composti chimici.”
Aif Ambientinforma

Lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e per conoscenza al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni Per la difesa del patrimonio ambientale italiano, della salute dei cittadini e delle risorse economiche del paese

Oggetto :Il D.Lgs riguardante le “Disposizioni concernenti la revisione e l’armonizzazione della normativa nazionale in materia di foreste e filiere forestali “ in attuazione dell’art. 5 della legge 28 luglio 2016, n. 154.

Gent.mo Presidente Mattarella,
ci rivolgiamo a Lei in quanto garante delle Costituzione della Repubblica Italiana, su cui si fonda la vita democratica del Paese. Con questa nostra lettera vogliamo portare alla Sua cortese attenzione i problemi posti dal D.Lgs. riguardante le “Disposizioni concernenti la revisione e l’armonizzazione della normativa nazionale in materia di foreste e filiere forestali” che a breve Lei sarà chiamato a visionare.
È nostra convinzione, supportata da dati scientifici, che tale D.Lgs. contrasti con alcuni punti fondanti del nostro ordine Costituzionale, in particolare i seguenti articoli:
Art. 9. La Repubblica “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Art. 32. “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”
Art41.  L’iniziativa economica (…) “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
Un D.Lgs. che se attuato porterebbe danni enormi all’ambiente, all’economia e alla salute dei cittadini italiani, ripetendo un copione sfortunatamente visto troppe volte[1][1]
Questa nostra lettera si associa ad altre iniziative, come l’Appello sottoscritto da 264 docenti e ricercatori universitari[2][2], che come noi esprimono profonde preoccupazioni, e fa seguito al Comunicato Congiunto fra ISDE e Scienziati di Energia per l’Italia[3][3] e ad altre petizioni di cittadini italiani[4][4].
Il D.Lgs promuove la “valorizzazione energetica” del bosco, una fonte energetica inefficiente e favorisce il taglio incondizionato e sistematico del bosco. La promulgazione del D.Lgs. produrrà:

danni al patrimonio ambientale
  • promozione di un insostenibile processo di consumo e degradazione del territorio
  • danno al patrimonio boschivo e ambientale italiano, già messo a dura prova dai recenti atti vandalici e criminali e verosimilmente favorito dallo smantellamento del Corpo Forestale
  • degrado di importanti servizi ambientali, come la depurazione dell’aria, la regolazione del regime idrico, la conservazione del suolo e della biodiversita'
  • aumento delle emissioni nette di gas a effetto serra, data l’inefficienza energetica del processo
danni alla salute dei cittadini
  • aumento dell’inquinamento atmosferico, sia per il venir meno dell’azione depurativa dell’aria operata dalle piante, che per aumento di combustione di biomassa: già oggi il nostro paese è sotto procedura di infrazione da parte dell’UE per la cattiva qualità dell’aria, i cui rischi per la salute saranno meglio specificati in seguito.
  • rischio che il proliferare incontrollato di tali impianti porti alla combustione di materiale pericoloso per la salute pubblica 
  • perdita di spazi verdi e/o naturali, fruibili dai cittadini e importante fonte di salute e benessere psicofisico
danni all’economia
  • spreco di preziose risorse economiche (denaro pubblico) in attività che sono energeticamente inefficienti, come provato da decenni, da dettagliati lavori scientifici svolti dai maggiori esperti di energia[5][5]
  • le stesse risorse economiche potrebbero essere usate per fini più utili come gli investimenti nella ricerca  e nello sviluppo di fonti energetiche più sostenibili e nell’aumento dell’efficienza energetica   
  • danni al capitale naturale e ai servizi ambientali a cui tale capitale provvede  
  • perdita di attività economiche veramente sostenibili come l’ecoturismo 

Un D.Lgs. di tale impatto necessita di un ampio e approfondito dibattito pubblico e, come suggerisce la lettera degli Accademici, l’apertura di un tavolo interdisciplinare perché  non possiamo lasciare tali decisioni nelle mani di pochi tecnici, che con le loro limitate competenze, non sono in grado di valutare la portata di queste complesse questioni. Data l’insensatezza del D.Lgs. è ragionevole anche chiedersi se non vi sia il tentativo, da parte di interessi particolari, di sfruttare il momento per garantirsi dei benefici economici a scapito della Comunità.    

Anche dal punto di vista della protezione ambientale e dei servizi ecosistemici il decreto cita molto fuggevolmente la Direttiva 92/43/CEE “Habitat” rimandando a “piani di coordinamento territoriali” e non alla protezione integrale del patrimonio rappresentato in “toto” dalle specie e dagli habitat protetti a livello europeo dalla Rete Natura 2000.
Nemmeno vi sono riferimenti diretti alla Direttiva 2009/147/CE Uccelli, alla Convenzione di Rio de Janeiro sulla Diversità Biologica (CBD), alla Strategia Nazionale per la Biodiversità, nonostante le norme di protezione dovrebbero essere basilari e prioritarie in particolare nella gestione della vegetazione forestale indigena naturale e spontanea.
Il bosco non è riconosciuto nel suo valore naturale e come fornitore di servizi ecosistemici, ma solo come potenziale patrimonio economico, ignorando le strategie di protezione della biodiversità previste dal Testo Unico Ambientale (d.lgs. n. 152/2006).
Manca una vera Strategia Nazionale di Tutela della biodiversità forestale demandando alla buona fede degli enti locali strategie che hanno, invece, valore globale.

Una erronea ed ingannevole interpretazione delle “energie rinnovabili” continua a incentivare i processi di combustione e trasformazione di biomassa (biofuels, legna) energeticamente ed economicamente inefficienti, che trovano il loro sostegno solo nei sussidi pubblici. Ciò sottrae preziose risorse economiche alla ricerca e allo sviluppo di fonti energetiche più efficienti e sostenibili.
La produzione di cosiddette “bioenergie” (da combustione di biogas, biomasse, rifiuti) ha subito una chiara accelerazione, nel nostro Paese, a partire dal 2008 in conseguenza delle politiche incentivanti; già abbiamo visto come il mercato delle quote credito per la CO2 oggi in vigore, mostri di essere di scarsa efficacia per contenere le emissioni di gas a effetto serra.
Il sistema ETS (Emissions Trading Scheme) da anni infatti non funziona perché ha accumulato il surplus di crediti di emissione, che ne ha falsato l’andamento. La politica comunitaria fissa un tetto alle emissioni di CO2 per oltre 11.000 industrie “energivore”, obbligandole a scambiare sul mercato quote di carbonio (un credito equivale a una tonnellata di CO2) per rispettare i limiti cui sono sottoposte. Così in pratica chi emette meno anidride carbonica rimanendo largamente nei limiti fissati, può vendere crediti a chi ne emette di più. Questo mercato, però, funziona se il prezzo della CO2 è abbastanza elevato. Non è incentivante, al contrario, come sta accadendo da diversi anni a questa parte, con i prezzi molto bassi dei crediti, scesi anche a meno di 4 euro per la singola tonnellata di CO2. Ne deriva che alle imprese non conviene investire in efficienza energetica e tecnologie pulite per abbattere le emissioni inquinanti.

Da sfatare anche la considerazione semplicistica per cui la combustione delle biomasse sarebbe “neutrale” rispetto al bilancio della COperché le emissioni di anidride carbonica sarebbero compensate dalla CO2 a suo tempo assorbita attraverso la fotosintesi. Questo punto di vista non tiene conto del fattore “tempo”: in fondo il petrolio, il carbone e il metano che usiamo, non derivano forse tutti da biomasse sepolte in ere geologiche?  
La scienza avverte che la riduzione delle emissioni climalteranti deve avvenire da subito, con urgenza e anche da questo punto di vista conviene che il carbonio, per quanto possibile, resti immobilizzato negli ecosistemi forestali. A queste considerazioni va poi aggiunto l’ulteriore inquinamento prodotto dai processi di taglio, cippatura, trasporto e smaltimento delle ceneri. In conclusione ribadiamo che a nessuno converrebbe produrre elettricità bruciando biomasse se tale pratica non fosse incentivata con soldi pubblici.

Per quanto attiene i rischi per la salute, come anticipato, già oggi nel nostro paese la qualità dell’aria è particolarmente scadente e per questo siamo sotto procedura di infrazione da parte dell’UE. Le biomasse solide contribuiscono (dati ISPRA[6][6]) per circa il 68% al PM2.5 primario, cui va attribuito una consistente quota dei decessi prematuri che si registrano ogni anno in Italia[7][7]. La componente ultrafine del PM2.5, una volta inalata, passa direttamente nel torrente sanguigno e da lì nelle cellule di ogni distretto dell’organismo. La cattiva qualità dell’aria è uno dei più importanti fattori di rischio a livello globale[8][8] cui vanno ascritte, oltre alle morti premature per eventi cardiovascolari[9][9], numerose altre patologie quali alterazioni della fertilità[10][10], della gravidanza[11][11] e del periodo perinatale[12][12], nonché numerose patologie croniche cardio-respiratorie, metaboliche[13][13] e neurologiche[14][14], compreso l’Alzheimer, cancro a polmone e vescica e ricoveri per patologie acute (soprattutto negli esposti più suscettibili come bambini[15][15] e anziani).

A fronte dei rassicuranti messaggi sullo stato di salute degli italiani, vogliamo solo ricordare che ormai 1 maschio su 2 ed 1 donna su 3 sono destinati ad ammalare di cancro nel corso della vita[16][16]
Soprattutto ci preoccupa il fatto che in Italia si osservino le più elevate incidenze, a livello continentale, di tumori sia nella popolazione infantile (0-14 anni) che adolescenziale (15-19 anni)[17][17]

Facciamo nostre le preoccupazioni che troviamo mirabilmente espresse nelle parole scritte da Lorenzo Tomatis[18][18] nel 1987 e che rappresentano, in modo profetico, lo scenario che ulteriormente si acuirebbe con l’approvazione definitiva del Dlgs. in oggetto:
“…La deliberata spietatezza si è ora estesa su tutta la popolazione del pianeta, coinvolgendone anche la componente più fragile che sono i bambini, sia con l’esposizione diretta alla pletora di cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche di varia natura presenti nell’acqua, nell’aria, suolo e cibo, sia con le conseguenze della sistematica e accanita distruzione del nostro habitat”.

Chiediamo che il patrimonio boschivo del paese sia rispettato, tutelato, se possibile aumentato, evitando di mettere ulteriormente a rischio la qualità dell’ambiente e la salute dei cittadini. Il patrimonio boschivo è fonte di preziosi servizi ambientali, come la regolazione dei flussi idrici e la depurazione dell’aria ed il suo aumento è una delle azioni concrete attraverso cui è possibile ridurre i gas a effetto serra, grazie al loro accumulo naturale e a costo zero, nella biomassa vegetale e nel suolo.

Le infrastrutture verdi rappresentano una soluzione cardine per contribuire a migliorare il benessere umano ed hanno in tal senso un valore - anche economico - elevatissimo, in particolare in aree urbane dove l’esposizione tende a superare i limiti normativi. Uno studio del 2016[19][19]mostra come il servizio ecosistemico di rimozione del PM10 e dell’O3 da parte della vegetazione in 10 città metropolitane italiane, valga per un totale di 7.150 Mg di PM10 e 30.014 Mg di Onell'anno 2003, con un vantaggio monetario relativo di 47 e 297 milioni di dollari per la rimozione di PM10 e O3, rispettivamente.
La preghiamo di ascoltare la voce di scienziati, giuristi, medici, ricercatori, esperti indipendenti e professionisti di diversi settori, nonchè quella di oltre 11.000 cittadini[20][20]perché non vorremmo che visioni riduzionistiche o conflitti di interesse, che troppo spesso offuscano una parte della scienza, supportino soluzioni che rischiano di essere peggiori dei mali che si vorrebbero  risolvere.
Ci appelliamo a Lei, Presidente Mattarella, perché rimandi questa decisione ad una consultazione partecipata e supportata da studi più approfonditi sugli impatti del D.Lgs nella sua attuale formulazione
9 Marzo 2018

Vincenzo Balzani, Professore Emerito di  Chimica  Università di Bologna

Paolo Maddalena,  Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale

Roberto Romizi, Medico Presidente ISDE Italia

Landi Silvano, già Comandante delle Scuole del Corpo Forestale dello Stato, Prof. a contratto di Legislazione Forestale, Università della Tuscia.

Accorinti Domenico Avvocato pubblicista Torino
Agostini Daniele, Epidemiologo, Bologna
Andrisano Teodoro, Dottore forestale funzionario Ente Parco Nazionale Sulmona 
Aillon Jean-Louis, Medico psicoterapeuta, Rete Sostenibilità e Salute Torino
Alberghini  Lucia, Farmacista Bologna
Albini Donatella, Ginecologa   delegata alla sanità del Comune di Brescia
Aledda Margherita, Architetto libero professionista Roma
Allavena Stefano Già Dirigente superiore del Corpo Forestale dello Stato Componente del Consiglio Direttivo del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga Città S. Angelo (PE)
Allegra Francesco, Medico Chirurgo Università La Sapienza
Alleva Renata, Ricercatore a contratto , DIBINEM, Università di Bologna
Alleva Roberto, Chimico ASL Ascoli Piceno
Altieri Giuseppe, Agroecologo  - Università di Firenze -  Dottore di Ricerca in Agroecologia e Biodiversità per lo Sviluppo Rurale e la tutela della Salute Ambientale
Amici Augusto, Ricercatore a tempo indeterminato Università di Camerino Folignano
Anello Leonello, Consulente, agronomo biodinamico, direttore scientifico della testata online VITICOLTURABIODINAMICA.IT
Antonelli Vanna, Dirigente Medico, Presidente ISDE Isernia
Arcudi Marco, Isde sez. Torino. Architetto/docente
Armeno Ugo, funzionario statale Bari
Artese Caterina,  Dottore forestale - Pescara
Aru Francesco, Dottore Biologo Villacidro (CA)
Asti Laura, Collimento di Lucoli (Aq) Presidente Pro Natura L’Aquila
Aurora Fulvio, giornalista responsabile delle vertenze giudiziarie di Medicina Democratica onlus Milano
Balestreri Federico, Medico chirurgo Cremona
Baldi Gian Piero, Dirigente Medico I livello - ASL RM4 Reumatologo Medico ISDE Presidente Ass. “Bio Ambiente” Tarquinia
Bai Edoardo, Medico Milano
Ballelli Sandro, Botanico funzionario tecnico in quiescenza Cerreto d'Esi,
Baracca Angelo, Fisico Firenze
Barbanente Angela,  Docente universitaria Bari
Barocci Roberto, Docente, laurea premiata dall'Accademia Italiana di Scienze forestali
Barone Gennaro, Medico psichiatre ISDE Molise
Bartolini Alessio, Dottore forestale Pistoia
Becarelli  Rossana,  Medico Torino
Beghini Giovanni, Medico San Piero in Campiano Verona
Bellini Alberto, Professore Associato di conversione dell’energia, Università di Bologna
Belpoggi Fiorella, Direttrice Area Ricerca Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni
Istituto Ramazzini   Bentivoglio Bologna
Bellucci Valter,  Dottore Biologo Funzionario presso ISPRA Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale.  
Berdini Paolo,  Membro del Direttivo dell'Associazione Attuare la Costituzione.
Bertilaccio Rosaria, Dottore in Lingue e letterature straniere
Bianco Pietro Massimiliano, Tecnologo-ricercatore ISPRA, membro del direttivo PAN-Italia
Boccaccio Luigi, Dottore agronomo, Ruvo di Puglia (Bari)
Bonadeo Livio, Geologo Alba (CN)
Bonoli Alessandra, Ingegneria delle materie prime, Università di Bologna
Borgo Stefania, Medico neurologo e psichiatra, Roma
Borlenghi Fabio, segretario di ALTURA Roma
Boscagli  Giorgio, Biologo-wildlife manager, già Ispettore di Sorveglianza del Parco Nazionale d’Abruzzo, Direttore del Parco Regionale Sirente-Velino e del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi
Boschetti  Lorenza, Medico chirurgo  Pavia
Bozzetta Giancarlo, Consulente in pianificazione L'Aquila
Braschi Giorgio, Guida Ufficiale ed Esclusiva del Parco Nazionale del Pollino, scrittore e fotografo naturalista San Severino Lucano ( PZ)
Brunelli Ettore,  Medico del lavoro  Brescia
Buscaroli Alessandro, Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali CIRSA - Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali
Busolo Guido, aderente a Pan Italia  Verona,
Camassi Romano, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
Cappa Felice, giornalista, direttore responsabile testata online VITICOLTURABIODINAMICA.IT Cologno Monzese
Carpentiero Gino, medico del lavoro Firenze
Capra Beatrice, ISDE Brescia
Casalini Piera, ISDE Brescia
Casavecchia Katia, Geologa Magliano Alfieri (CN)
Cavasin Francesco, Medico Medicina Generale, Reumatologo   Azienda Socio Sanitaria 2 Marca Trevigiana Silea- Treviso
Cecchi Daniele, architetto Vicopisano (Pisa)
Cecchini Sergio,  Insegnante Viterbo
Ceccolini Guido, Ornitologo, Associazione CERM Centro Rapaci Minacciati
Cenerini Anna, Naturalista, Associazione CERM Centro Rapaci Minacciati
Cento Michele, Ornitologo Roma
Cianconi Marina Maria, laureata in Scienze Biologiche, Roma
Ciani Carlo, guardia giurata volontaria Forlì
Clauser Fabio, Forestale, già vice Direttore generale del Corpo Forestale dello Stato, Socio onorario Accademia Italiana di Scienze forestali, fondatore della Riserva naturale integrale di Sasso Fratino
Coato Flavio, Medico Verona
Congedo Maria, Medico neurologo Distretto di Udine,
Console Carlo, Dottore Forestale Comandante del Reparto Carabinieri Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga - Assergi (AQ)
Consonni Giancarlo, Professore Emerito di Urbanistica al Politecnico di Milano
Cordero Gabriele, Medico - Medicina d'Urgenza Ospedale Mauriziano Torino
Cordiano Vincenzo, Medico ematologo, Presidente ISDE Veneto, Valdagno (VI)
Cosandey Elisabeth, psicomotricista socia di Medicina Democratica onlus Melegnano,
Costani Gloria, Medico specialista in Neurologia  Mantova
Corrieri Ugo,  Medico Psichiatra Psicoterapeuta Grosseto Docente della Scuola Romana di Psicoterapia Familiare di Roma  Coordinatore di ISDE-Medici per l’Ambiente per il Centro Italia
Cottino Aldo, Fondazione Scientifica Mauriziana Onlus Torino
Cristea  Vasile PhD, Universita Babes-Bolyai Cluj-Napoca, Romania,
Damiani Giovanni, Presidente: CISDAM (Centro Italiano Studi e Documentazione degli Abeti Mediterranei) - Rosello (CH)
D’Aurora Domenico, ex responsabile Ambiente CGIL Abruzzo, fondatore ass. Dalla parte dell’Orso
De Bernardis Giovanna, Medico Padova
De Giacomo Umberto, Biologo libero prof. Roma
Dell'Orso Roberto, Primo Ricercatore presso Istituto Nazionale Fisica Nucleare Sezione di Pisa - Pisa - Italy
De Sanctis Michele,  PhD-Ricercatore precario botanico Dipartimento Biologia Ambientale
Università Sapienza di Roma
Di Ciaula Agostino, Medico specialista in Medicina Interna, Presidente Comitato Scientifico ISDE
Di Giacomo Luigi, fondatore e promotore del  percorso “Attuare la Costituzione” Morcone Benevento
Digiacomo Maria Concetta, Medico chirurgo Padova
Di Salvatore Enzo Professore associato di Diritto Costituzionale, Teramo
Dolzani Livio, medico Contà Trento
Donzelli Alberto, Medico Comitato scientifico Fondazione Allineare Sanità e Salute www.fondazioneallinearesanitaesalute.org
Duca Piergiorgio, Medico, Università di Milano, Presidente Medicina Democratica
Facchini Cristina, ISAC CNR
Faccini Barbara, Ph.D University of Ferrara, Physics and Earth Science Department, Ferrara
Fattori Bruno, San Mauro Torinese segretario Associazione A.S.S.O. Amici dei Sentieri di San Mauro ed Oltre
Fenocchio Renato,  Imprenditore agricolo   Neive (CN)
Ferretti Piero, Architetto, Italia Nostra Pescara
Ferri Mauro, Medico Veterinario Spec. in gestione degli agroecosistemi e sviluppo sostenibile
Master I in gestione degli agroecosistemi e sviluppo sostenibile  Esperto e tecnico faunistico, Modena
Finelli Franco, Medico chirurgo Chieri 
Fiorot Liviana, Funzionario forestale Treviso 
Foschi Eleonora, Ing. ambientale e dottoranda presso il DICAM, Università di Bologna.
Frusi Mario, Medico presidente ISDE Cuneo
Galleano Giorgio, giornalista inviato Tg3
Gardini Andrea, medico Ferrara
Gatti Maria Giulia, Medico Epidemiologo Modena
Generoso Massimo, Medico pediatra presidente ISDE Firenze
Gentilini Fabio, Professore Associato confermato Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie Bologna
Gentilini Patrizia, Medico spec. in Oncologia ed Ematologia  ISDE Italia
Germani Gloria,  Filosofa oriente-occidente, eco-femminista, scrittrice Firenze
Giacometti  Ebe, Presidente Lazio Italia Nostra
Giacone Milva, Architetto   Neive (CN)
Giaggio Chiara, Medico Mogliano Veneto
Giangrande Ilaria Lisa, Prof.ssa Diritto ed Economia IPSSAR "G.Marchitelli" Villa Santa Maria
Gianoglio Carlo, già Prof. Ordinario di Scienza e Tecnologia dei Materiali Fac. Ingegneria del
Politecnico di Torino.
Ghirga Giovanni, Pediatra  Dirigente Medico di I livello  Osp. San Paolo di Civitavecchia
Gomiero Tiziano, PhD Consulente questioni ambientali,  agroecologia Mogliano Veneto, 31021 (TV)
Gonzato Alessandro, Trenitalia S.p.A. Direzione Tecnica
Gotti   Stefano, Medico-chirurgo  Consigliere del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi
M.Falterona, Campigna  Castrocaro T.(FC)
Grandolfo Michele, Epidemiologo, già dirigente di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità 
Grandori Luisella, Medico pediatra Modena
Gregorelli, Luigi, operatore  in ambito sanitario attualmente docente di  scuola primaria (Nuvolera) Brescia
Guizzardi  Cecilia, Medico chirurgo  Imola (BO)
Iaboli Luca, Medico Montale di Castelnuovo Rangone, 41051, Modena
Iacoviello Vitantonio, Presidente della sezione Vulture Alto Bradano di Italia Nostra.
Iacuzio Laura, Medico Chirurgo, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva Modena
Jacomini Carlo, ISPRA/SNPA, Roma EIONet National Reference Centre on Soil  Biodiversity
Laghi Ferdinando, Direttore UOC Medicina Interna Ospedale Castrovillari, Presidente ISDE Internazionale
Liguori Teresa, Presidente Sezione Italia Nostra , Crotone
Litta Antonella, Medico Medicina Generale Viterbo
Lombardi Ginevra, Virginia Ricercatrice Universitaria Pistoia
Lombini Nives, medico di Medicina Generale Forlì
Lonati Simone, Dott. in Scienze Forestali ed Ambientali (laurea magistrale) Quarona (VC)
Lucarelli Alberto,  Ordinario di Diritto Costituzionale Università Federico II Napoli .
Magnani Luisella, Linguista Professore di Linguistica Generale presso l'Istituto Universitario in Scienze della Mediazione Linguistica di Varese. Ricercatore in Estetica ed Epigenetica presso l'Università Cattolica di Milano Affiliation con l'Università degli Studi dell'Insubria di Varese, Paediatric Clinic.
Maini Stefano, Professore Ordinario di Entomologia agraria   Università di Bologna
Malatacca Angelo, Presidente Consiglio Regionale Italia Nostra Calabria
Malatesta Giovanni, laureato in Fisica, agricoltore biologico Pistoia
Malventano Monica, Medico  pediatra di famiglia Ferrara
Marfella Antonio, Medico oncologo, Presidente ISDE Napoli
Marino Merlo Alessandro, Dottore in Scienze Agrarie  Pistoia
Marras Tatiana,  Dottore di ricerca in scienze e tecnologie per la gestione forestale ed ambientale
Torre Pellice (TO)
Martinelli Margherita,  Gruppo Alberi Sacri Roma (Italia)
Masera Giuseppe, Pediatra Monza
Memore Luisa,  Medico chirurgo, specialista in chirurgia d'urgenza, presidente ISDE Torino
Milandri Massimo, Medico Medicina Generale Forlì
Milani Tiziana, Cadoneghe (Padova)
Millesimi Fabrizio,  Geologo libero professionista, titolare studio Geo-logos
già dipendente presso Amministrazione Provinciale di Rieti, ENI Energy & Power Milano, ARPA Lazio.
Millesimi Ines, Docente di Storia dell'Arte Rieti, socio CAI sez. Amatrice
Milo Pasquale Medico, Presidente ISDE Latina
Miserotti Giuseppe, Medico Presidente ISDE Emilia  Romagna 
Missoni Edoardo, Medico,  esperto in Salute Globale e Sviluppo Università  Ginevra e Milano
Mondo Luisa, Epidemiologo Torino
Monfredini Roberto, Medico veterinario Castelvetro, Modena
Monno  Valeria,  Politecnico di Bari
Mosconi Gabriella, Medico Forlì
Mulas Rita Alghero titolare NAAM RESEARCH, Centro ricerche umanistico-scientifiche
Novara Rosanna, Biologa con dottorato di ricerca in oncologia, Torino.
Orlandini Stefano, Presidente Associazione "Salviamo l'Orso - onlus"
Panicciá Marco, PhD Camerino ( MC)
Panizza Celestino, Medico del Lavoro Brescia
Pazzi Angela Mary, Docente  Benedetto del Tronto  (AP)
Pedretti Gian Piero, Medico ginecologo Forlì
Petronio Maria Grazia, Medico spec. in Igiene e Sanità Pubblica, Pisa
Pietrantonio Vincenzo, Medico  San Giorgio delle Pertiche Presidente di ISDE sezione di Padova
Piotto Beti, Agronoma, Roma
Pinelli Carlo Alberto, garante di Mountain Wilderness, professore all'Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Pirini Raffaella, Medico veterinario Forlì
Pofi  Giovanni ,Agronomo Bari
Poli Marchese Emilia, già Prof. Ordinario di Botanica Università di Catania
Porrini Claudio, tecnico di apidologia, Università di Bologna
Previdi Alessandra, Biologa
Protano Manlio,  Medico chirurgo  Montichiari (Bs)
Rabitti Paolo, Ingegnere ambientale Mantova
Riccobon Angela, Biologa Forlì
Reali Laura, Medico pediatra Roma
Ronchetti Roberto, Professore Emerito di Pediatria-Univerità La Sapienza di Roma
Già Presidente della "Eurpoean Scietyof Paediatric Pneumology": 1988-1990
Presidente Sezione di Roma di ISDE- International Society Doctors for the Environment
Rossi, Laura Biologa ISDE, Schio (VI)
Rossi Oriana, Dirigente medico del lavoro, Dipartimento di Prevenzione USL Nordovest Toscana Livorno
Ridolfi Ruggero,  Medico Oncologo Endocrinologo, Coordinatore ISDE Forlì-Cesena
Rinaldi Gabriele, Direttore dell'Orto Botanico  "Lorenzo Rota" Bergamo
Ruffini Renato, Medico, spec. in Psichiatria e Criminologia clinica Sovizzo (VI)
Sabbi  Diego,  Medico Chirurgo   Arquata Scrivia  (AL)
Santecchia Eno, Ordine Giornalisti delle Marche Civitanova Marche (MC)
Saquella Maria Paola, Presidente Associazione Miladonnambiente Pescara
Sarmiento Claudio, Direttore regionale Inac Abruzzo Pescara
Sarti Fabrizio, operatore Area Blu SpA Imola Casalfiumanese
Sartori Pino, Biologo Venezia
 Sibilia Lucio, già Docente di Psichiatria e di Psicologia Clinica - Sapienza Università di Roma.
Presidente del Centro per la Ricerca in Psicoterapia (CRP), affiliato alla Società Italiana di Medicina Psicosociale (SIMPS)
Sigismondi Antonio, Ornitologo Bari
Signorini Maria Rita, Presidente Italia Nostra Toscana
Talenti Marina, Ingegnere edile nata a Castellana Grotte (BA).
Talenti Vincenzo, impiegato Bari
Tamino Gianni, Docente Biologia Università di Padova
Tassi Franco, Centro Parchi Internazionale Roma (Italia)
Telera Gianluca, Membro della Commissione di Studio “Ambiente e Responsabilità Sociale d’impresa” dell’Ordine dei commercialisti di Bologna
Terzano Bartolomeo, Medico ISDE Molise
Tinarelli Roberto, Ornitologo, naturalista, Presidente dell’Associazione Ornitologi dell’Emilia-Romagna
Giacomo Toffol, Medico pediatra di famiglia, gruppo Pediatri per un Mondo Possibile dell' Associazione Culturale Pediatri. Pederobba (TV)
Tomasetti Marco, PhD Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari, Università Politecnica delle Marche
Tomei Fabio, Ingegnere- Novara
Tonon Graziella, , già Professore Ordinario di Urbanistica al Politecnico di Milano
Tosi Vittorio, già Ricercatore presso l’attuale Centro di Ricerca Foresta e Legno, CREA di Trento
Trinca Franco, Biologo Presidente Associazione NOGM Magione (PG)
Vanzaghi Maria Teresa, Medico Medicina Generale, Torino
Valente Domenico, Presidente della sezione Italia Nostra di Pescara
Veith Ulrich, Sindaco di Malles
Vender Carla, ex Ricercatore presso l'attuale Centro di Ricerca Foresta e Legno, CREA, di Trento.
Venturelli Leonello , Medico pediatra di famiglia Bergamo
Viale Pier Luigi, Medico di Medicina Generale Borgosesia (VC)
Vigotti Mariagrazia, Epidemiologa Pisa
Vinci Emanuele, Medico ematologo microbiologo, Coordinatore Gruppo di lavoro "Ambiente e Salute, Professione" FNOMCeO, Fasano (Brindisi)
Vinci Vincenzo, giurista d'impresa -segretario ISDE sezione Torino/Piemonte
Vizioli Vincenzo, Dottore in Scienze Agrarie
Zambon Paola, Medico del Lavoro, epidemiologo Padova
Zanetti Franca, Architetta, esperta in temi ambientali e culturali Quarona (VC)
 Zavalloni Daniele, Geografo Cesena
Zechini D'Aulerio Aldo, Docente  di Patologia Vegetale ex Facoltà di Agraria di Bologna













[5][5]Biello, D. (2011). Energy: The false promises of biofuels. Sci. Am., 305, 59–65. Hall, C.A.S., Lambert, J.G., Balogh, S.B. (2014). EROI of different fuels and the implications for society. Energy Policy, 64, 141–152. MacKay, D.J.C. (2009). Sustainable Energy -Without the Hot Air. UIT Cambridge Ltd., Cambridge, UK. Giampietro, M., Mayumi, K. (2009). The Biofuel Delusion: The Fallacy of Large Scale Agro-Biofuels Production. Earthscan. London, UK. Gomiero, T. (2018). Large-scale biofuels production: a possible threat to soil conservation and environmental services. Applied Soil Ecology, in press. Pimentel, D. (Ed.) (2008). Biofuels, Solar and Wind as Renewable Energy Systems: Benefits and Risks. Springer, New York, NY, USA. Smil, V. (2010). Energy: Myths and Realities. The AEI Press, Washington, DC, USA. Smil, V. (1983). Biomass Energies. Plenum Press. New York, NY, USA. Ulgiati, S.A. (2011). comprehensive energy and economic assessment of biofuels: When green is not enough. Crit. Rev. Plant Sci., 20, 71–106.
[19][19] Manes, F.; Marando, F.; Capotorti, G.; Blasi, C.; Salvatori, E.; Fusaro, L.; Ciancarella, L.; Mircea, M.; Marchetti, M.; Chirici, G.; et al. Regulating Ecosystem Services of forests in ten Italian metropolitan Cities: Air quality improvement by PM10 and O3 removal. Ecol. Indic. 2016, 67, 425–440