“Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.” Italo Calvino

UE : Nonostante due procedure di infrazione per violazione dei limiti sugli inquinanti atmosferici (PM10 e NO2), il Governo italiano sta giocando al ribasso. Lettera aperta ai membri del Governo.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro della Sanità
Al Ministro dell’Agricoltura
Al Ministro dello Sviluppo Economico
Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Milano-Roma,  12 maggio 2016

DIRETTIVA NEC e POLITICHE URBANE

Egregio Presidente del Consiglio, Egregi Ministri,
il problema dell’inquinamento atmosferico che affligge molte città italiane rappresenta per i sindaci un tema di importanza primaria. Per questo motivo le città, con loro i sindaci, si impegnano al fine di ottenere il rispetto dei limiti indicati dalla Direttiva sulla Qualità dell’Aria Ambiente (2008/50/EC), in particolare adottando misure locali che riducano l’esposizione della popolazione agli inquinanti dell’aria nelle aree urbane. Oltre a un numero inaccettabile di morti premature all’anno a livello nazionale (35.000) l’esposizione agli inquinanti atmosferici porta con sé nascite premature e sottopeso, danni cognitivi per i bambini, asme, tumori, allergie, patologie respiratorie, infarti, ictus, diabete, demenza precoce. Oltre a danni ai monumenti e al costo collegato al solo danno sanitario che è di circa il 5% del nostro PIL, la cattiva qualità dell’aria in Italia è causa di circa 14 milioni di giorni di lavoro persi all’anno.
In questo contesto, tuttavia, nella consapevolezza che le misure locali sono molto rilevanti ma non sufficienti, emerge l’importanza cruciale dell’impegno, da parte del Governo, di riduzione delle emissioni a livello nazionale e, in particolare, di quelle emissioni di larga scala che, interagendo con gli inquinanti prodotti localmente nelle città, sono capaci di peggiorare molto la qualità dell’aria che respirano gli abitanti delle aree urbane.
Proprio a questo riguardo Vi scriviamo sapendo che in queste settimane il Governo è impegnato in una trattativa europea di grande rilevanza per i prossimi decenni, riguardante la revisione della Direttiva sui limiti nazionali di emissione (NEC), uno dei principali strumenti in Europa nella lotta contro l'inquinamento atmosferico. Oggi, l'Unione Europea sta cercando di individuare nuovi limiti per il 2020, il 2025 e il 2030 per gli inquinanti più pericolosi per la salute e l'ambiente: le polveri sottili (PM2.5) e gli ossidi di azoto (NOx), l’anidride solforosa (SO2), i composti organici volatili (VOC), e infine, ma non di minore importanza, l’ammoniaca (NH3) e il metano (CH4).
Sappiamo anche che l’Italia sta opponendo al programma di riduzione delle emissioni proposto dalla Commissione e dal Parlamento europeo la richiesta di ridurre in maniera drastica il livello di ambizione nazionale e quindi l’efficacia della Direttiva per il nostro paese, ostacolando altresì nei fatti il raggiungimento di un accordo a livello Europeo. L’Italia chiede in questi giorni di ridurre addirittura dell’8% l’obiettivo nazionale di contenimento dei livelli di ammoniaca (ovvero del 14% invece del 22% entro il 2030), del 14% l’obiettivo di contenimento dei livelli per il particolato (PM 2.5) (ovvero del 40% invece del 54% entro il 2030) e di escludere a titolo definitivo dalla direttiva il metano, un inquinante precursore dell’ozono che affligge tante città dell’area padana, ma non solo, nel periodo caldo.
Senza obiettivi ambiziosi a livello nazionale, orientati innanzitutto a ridurre nel più breve termine il gravissimo danno sanitario derivante dall’inquinamento atmosferico, le città italiane non saranno in grado di ottenere una qualità dell’aria accettabile per i loro cittadini.
Calcoli basati sui dati di valutazione di impatto della Commissione Europea dimostrano che la differenza tra le posizioni in sede Europea di Commissione/Parlamento, da un lato, e del Governo italiano dall’altro si tradurrebbe in circa 15.000 morti premature aggiuntive nel nostro paese al 2030. Morti che, in grandissima proporzione, saranno riconducibili alle aree urbane.
Più di 3000 di queste morti aggiuntive sono legate, per esempio, all'indebolimento degli obiettivi di riduzione dei limiti per l'ammoniaca, rilasciata per più del 95% dal settore agricolo. In particolare i dati indicano che il 95% delle emissioni di ammoniaca di origine animale, che a loro volta rappresentano il 70% delle emissioni di ammoniaca a livello nazionale, provengono da una quota pari al 5% delle aziende agricole.
E’ chiaro dunque, in questo settore, che pochi soggetti hanno la capacità di contribuire molto alla qualità dell’aria a livello nazionale ed è importante che siano coinvolti nello sforzo.
L’attuale posizione del Governo italiano si concretizza, al contrario, in una scelta che Vi chiediamo di modificare e che manda un segnale inappropriato, riducendosi nell’aperta protezione di settori che dovrebbero invece condividere lo sforzo, taluni dei quali oggi addirittura esclusi da ogni regolamentazione per le emissioni, a scapito della salute dei cittadini.
Non solo, politicamente, la posizione italiana rafforza e sostiene quella di altri paesi europei come Francia, Gran Bretagna, Spagna e Polonia che chiedono la revisione al ribasso degli obiettivi nazionali. Così facendo il Governo infligge agli italiani un doppio danno: a quello derivante dalle emissioni emesse sul proprio territorio si aggiunge infatti quello delle emissioni prodotte negli stati confinanti, come la Francia, che pure hanno un impatto sulla nostra salute.
Signor Presidente del Consiglio, Signori Ministri, Vi chiediamo oggi di modificare la posizione del Governo condividendo le richieste formulate dalla Commissione e dal Parlamento Europeo. In particolare Vi chiediamo di ritornare agli obiettivi di riduzione più ambiziosi dell’Annex II della Direttiva, ponendo limiti al 2025, evitando meccanismi di flessibilità che renderebbero la normativa difficilmente applicabile e reintroducendo il metano fra gli inquinanti regolamentati.
Perché, anche a fronte delle due procedure di infrazione europee pendenti per violazione dei limiti della qualità dell’aria, l’Italia dimostri impegno, senso di responsabilità istituzionale, rispetto delle leggi e dia la precedenza alla salute dei cittadini.
Distinti saluti,




       









CITTADINI PER L'ARIA Onlus
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