“Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.” Italo Calvino

Non è un paese per alberi

di Maurizio Marna

Foto introTER  TAS

Quest'anno, più di ogni altro periodo, le città e i paesi d'Italia stanno soffrendo di un male oscuro e terribile: la sindrome taglia alberi. Le varie amministrazioni urbane hanno deciso l'eliminazione sistematica delle piante arboree, dichiarate un vero pericolo dagli assessorati all'ambiente. Centinaia di esemplari sono stati tagliati e altri lo saranno, nel nome di una fantomatica protezione della comunità. Sembra un tragico paradosso ma non lo è. Alberi troncati di netto e quasi tutti in buona salute,  testimoniano le foto scattate, portati via su grossi camion e magari venduti altrove. Un bilancio terribile dal punto di vista ambientale. L'ennesima vicenda si svolge a Pianoro, provincia di Bologna, dove il comune, per ripulire!!!!! l'alveo del Savena, corso d'acqua della zona, ha tagliato molte piante sane. Ecco la storia di un disastro annunciato.
A fine dello scorso Luglio, precisamente il 30/07/2014, l'amministrazione di Pianoro rende noto il prossimo intervento - passeranno solo cinque giorni da allora - sulle sponde del Savena. Il portale del comune bolognese ne spiega così i motivi: " A seguito dei recenti episodi di esondazione del torrente Savena, causati principalmente dal trasporto a valle di grossi tronchi, la Regione ER, Servizio Tecnico Bacino Reno e Comune hanno avviato azioni congiunte e finalizzate alla messa in sicurezza dell'alveo fluviale. Il taglio delle alberature di alto fusto e della vegetazione secca, ammalorata, inclinata e cresciuta a ridosso della strada o all'interno dell'alveo sarà abbattuta, secondo le prescrizioni imposte dalla Regione; gli stessi tecnici regionali seguiranno l'esecuzione degli interventi". Amen.


Il periodo compreso fra l'inizio di Agosto e la fine di Settembre, periodo purtroppo destinato a durare, ha visto due imprese toscane operare entro un'area verde lunga circa 10 km e proprio a ridosso del Savena. L'estensione dei tagli ha interessato, sotto il profilo della larghezza, tratti anche superiori ai 100 mt. Vuol dire un'azione in profondità. E adesso? Adesso l'alveo non è ripulito, è desertificato. Pioppi, Salici, Ontani, Frassini, Querce, assieme alle rispettive radici, sono stati divelti e con loro gli ecosistemi di cui facevano parte: il risultato della pulizia-messa in sicurezza ha prodotto una reale devastazione, invece di tutelare l'ambiente. Ovviamente il WWF di Bologna e parecchie associazioni, spesso inascoltati difensori della natura, hanno denunciato la vicenda al Corpo Forestale e alle autorità competenti. La denuncia evidenzia come l'attuale conformazione delle sponde ovvero il nudo terreno, lasciato senza più le radici delle piante, diventi un forte pericolo, quando le piene dell'inverno renderanno l'acqua inarrestabile nei tratti più ripidi dell'alveo. Il numero di alberi malati o che causano un reale pericolo idraulico (molto ridotto), ergo da eliminare, non può essere confuso con quello delle piante sane abbattute, elevatissimo, dimoranti addirittura in un'area già sottoposta per legge a vincoli ambientali. Possono l'ignoranza e la malafede, espresse nel caso specifico, guidare la condotta delle autorità pubbliche? Su cosa hanno sorvegliato i tecnici regionali durante l'esecuzione dei lavori?

Foto 1  TAS
                                                                                                                       VEDUTA DEL SAVENA
La gente del luogo sembra dividersi fra chi critica l'operazione effettuata e chi l'approva, adducendo che comunque la zona d'acqua interessata era piena di detriti. Questi cittadini, forse, non hanno mai sentito parlare di manutenzione regolare dei corsi d'acqua e del verde circostante. Come sono lontani i tempi in cui un ex assessore della precedente giunta di Pianoro aveva lanciato l'idea di realizzare, sul Savena, un parco ricreativo fluviale venendo travolto, nondimeno, dalle critiche anzi dai ragli d'asino...
Il Biologo-Naturalista e Fitopatologo dr. Fausto Bonafede ha scritto una relazione al proposito, unita alla denuncia presentata, piena di concrete osservazioni sulle conseguenze di un simile atto. Vediamo quanto ha scritto, in data 30/09/2014:

VALUTAZIONI CONCLUSIVE > "L'intervento ha riguardato un tratto del torrente Savena di oltre 10 km; soltanto alcune "tratte" del corso d'acqua sono state, per il momento, "risparmiate" (com'è avvenuto nei pressi di Pian di Macina, Pianoro, BO) almeno alla data della relazione. L'intervento ha portato alla distruzione di almeno 25 ettari di vegetazione arborea e arbustiva (più o meno 35 campi da calcio); decine di migliaia gli alberi d'alto fusto e di arbusti sono stati eliminati; probabilmente la Biomassa foto-sintetizzante fresca che è stata distrutta (in poco più di un mese) supera le 1500 tonnellate e il taglio è ancora in corso nel momento in cui scriviamo. (per la valutazione della biomassa eliminata abbiamo utilizzato anche : Baronti F. et al., - 2007 - BIOMASSA E GESTIONE DELLA VEGETAZIONE DI SPONDA ).

I lavori di taglio quasi completo della vegetazione hanno interessato pesantemente anche l'area SIC-ZPS - N.B. > i SIC corrispondono ai Siti di Importanza Comunitaria, gli ZPS alle Zone di Protezione Speciale. Maggiori informazioni potete leggerle sul link http://www.minambiente.it/pagina/sic-zsc-e-zps-italia - per un tratto del Savena di circa 600 m e per una superficie di circa 3 ettari. Qui l'ambiente è stato sconvolto con l'eliminazione di una vegetazione ad elevato grado di naturalità in fase dinamica, costituita in prevalenza da arbusteti (Juniperus communis, Spartium junceum, Crataegus monogyna, Ligustrum vulgare, Cornus sanguinea, Lonicera caprifolium, Viburnum lantana, Asparagus acutifolius) e da giovani alberi di Quercus pubescens, Fraxinus ornus, Acer campestre, Ulmus minor. In area SIC - Siti di Importanza Comunitaria, n.d.r. - sono state anche distrutte o danneggiate stazioni di piante rare o interessanti quali: Aristolochia rotunda, Typha minima, ed Equisetum x moorei; alcune zone umide temporanee sono state fortemente alterate anche lontane dall'alveo di magra. In ogni caso nell'area SIC-ZPS - Zone di Protezione Speciale, n.d.r. - manca una valutazione di incidenza che invece era necessaria e doverosa.

Foto 2  TASLa gran parte della Biomassa eliminata rimarrà in loco perché sarà impossibile rimuoverla tutta. A tutto questo si aggiunge il rimaneggiamento dell'alveo del fiume dovuto anche al transito di automezzi pesanti, allo spostamento dei tronchi e altri materiali.... Faccio notare il fatto che un qualunque cittadino, in un qualunque comune della Regione Emilia-Romagna, che abbatte un solo albero nel proprio giardino e senza permesso (che può ottenere solo in modo faticoso e costoso) è passibile di pesanti sanzioni (fino a 300€) sulla base del regolamento del Verde che quasi ogni comune (giustamente) si è dato; alcuni comuni (cfr. il Regolamento del Verde del Comune di Casalecchio (2012; provincia di BO= n.d.r.) prevedono l'obbligo di corrispondere un indennizzo ambientale per l'albero o gli alberi abbattuti sotto forma monetaria o di reimpianto della Biomassa eliminata. Lungo il Savena sono stati abbattuti decine di migliaia di alberi d'alto fusto con una facilità procedurale, una rapidità, "un'efficienza" che lascia stupefatti in un paese dove tutto è lento e inefficiente.
Interventi analoghi a quello osservato e descritto sul Savena sono stati già effettuati sul Senio (RA), sul fiume Reno (BO), sul Tiepido (MO), sul Secchia (MO, RE) per limitarci agli interventi di cui siamo venuti a conoscenza; di certo molte altre "pulizie dei fiumi" di questo tipo sono state fatte o sono programmate nella Regione Emilia-Romagna; tutto ciò ha pesanti effetti ambientali sia di tipo generale che particolare e specifici sui corsi d'acqua oggetto dell'intervento.
Per quanto concerne gli effetti generali possiamo citare, in particolare, l'immissione di grandi quantità di CO2 che deriva sia dall'eliminazione della biomassa foto-sintetizzante (alberi, arbusti, vegetazione erbacea) sia dal rimaneggiamento della necromassa - sono gli organismi vegetali decomposti, n.d.r. - che è sottoposta, dopo l'intervento, a fenomeni ossidativi molto più rapidi in quanto viene "aerata" e rimaneggiata su vaste superfici...... Tutto già contribuisce all'aumento della concentrazione di CO2 e altri gas serra in atmosfera e quindi contribuisce ai cambiamenti climatici già in atto.

Il taglio indiscriminato e generalizzato della vegetazione ripariale, cosi com'è stato effettuato sul Savena, provoca inoltre i seguenti effetti negativi sull'ambiente fluviale:
> aumento dell'immissione di sostanze organiche e di nutrienti (Nitrati e Fosfati) nelle acque del fiume (e quindi in mare);
> diminuzione delle capacità auto-depurative del corso d'acqua a causa della riduzione della vegetazione ripariale e dell'aumento della velocità della corrente;
> diminuzione dell'ombreggiamento sulle acque del fiume con maggior riscaldamento dell'acqua e maggior crescita algale; ciò ha effetti negativi sulla fauna ittica e sulla batracofauna in particolare (Anfibi, stadi larvali), già in forte crisi per altre cause;
> aumento dell'erosione spondale e aumento del trasporto solido.... Il taglio della vegetazione può ridurre il pericolo di esondazione solo in singoli tratti del corso d'acqua; la valutazione di ciò che succede sull'intera asta fluviale (soprattutto a valle) in seguito a un taglio generalizzato della vegetazione è altra cosa e non sappiamo se e come tale valutazione è stata fatta;
> aumento della velocità della corrente nel tratto interessato al taglio della vegetazione, possibile diminuzione della laminazione delle piene e conseguente aumento del colmo di piena nei tratti a valle delle zone dove si è effettuato l'intervento. Tutto ciò può peggiorare gli effetti di piene eccezionali sui manufatti che si trovano a valle del tratto di corso d'acqua dove la vegetazione è stata eliminata; in particolare il tratto di Savena che va da V. Pavese (BO) al P.te di S. Ruffillo (BO), in parte lesionato, è una zona da tempo considerata molto critica in caso di piene eccezionali e non sappiamo se questi aspetti sono stati valutati quando si è progettato l'intervento di taglio generalizzato della vegetazione;
> diminuzione della biodiversità e danni a specie botaniche rare;
> aumento della possibilità di espansione di specie aliene infestanti, con danni alla vegetazione autoctona. Si ritiene comunemente che la vegetazione ripariale ha grandi capacità di ripresa e ciò, in parte, è vero. Tuttavia negli ultimi 20 anni è aumentata in modo esponenziale la diffusione di specie aliene e l'eliminazione della vegetazione esistente, Salici, Pioppi, Olmi, Frassini, Querce, provocherà molto probabilmente la maggiore diffusione di specie aliene arboree (Robinia pseudocacacia, Ailanthus altissima), arbustive (Amorpha fruticosa), erbacee (Solidago gigantea, Amaranthus sp., Ambrosia sp. ecc.). Gli ampi spazi privi di vegetazione e la nitrificazione del terreno, situazioni create con interventi come quello descritto, uniti ai cambiamenti climatici in atto, favoriscono enormemente l'ingresso e la diffusione, proprio in ambiente fluviale, di specie aliene che hanno a disposizione vere "autostrade" in ambiente per loro particolarmente favorevole. In questo modo viene tolto spazio alla flora e alla vegetazione locale con danni notevoli agli ecosistemi (cfr. su questo argomento anche: Banfi E. & Galasso G., 2010 - La Flora esotica Lombarda - Museo di Storia naturale di Milano e Regione Lombardia)
> peggioramento del paesaggio lungo l'asta fluviale e la documentazione fotografica allegata mette in evidenza anche questo aspetto importante
                                                                                                                                                Foto introBIS  TAS
L'intervento effettuato sul Savena ha dunque creato problemi all'ambiente in generale e all'ambiente fluviale in particolare; purtroppo l'impressione che deriva dai sopralluoghi effettuati è che la finalità principale dell'intervento sia stata quella di "fare legna" che in effetti è stata portata via (almeno quella di migliore qualità) da enormi camion e per diverse settimane. Non siamo tecnici idraulici ma la Vegetazione lungo un corso d'acqua influenza fortemente anche il comportamento idraulico di un corso d'acqua e su questo possiamo e dobbiamo esprimere la nostra opinione.
Foto 4  TASIn sintesi, a nostro avviso, in questo come in altri casi era necessario:
* eliminare la vegetazione arborea vitale solo in prossimità dei manufatti (ponti, briglie ecc.) oppure in situazioni di sezioni di deflusso insufficiente ("create" spesso, purtroppo, dalla presenza di manufatti che non dovevano stare dove stanno); sul Savena, in generale, ciò non è stato fatto.... ;
* valutare la possibilità di mantenere una vegetazione esclusivamente arbustiva igrofila - che predilige gli ambienti umidi, N.D.R. - (es.: Salix caprea, Salix eleagnos ecc.) in prossimità dei manufatti (ponti soprattutto) per evitare l'erosione ed evitare la possibilità di sradicamento di grosse alberature che invece, in queste situazioni, vanno eliminate;
* rimuovere prioritariamente gli accumuli di legname trasportati dalle correnti nei pressi dei manufatti e in particolare dei piloni dei ponti; sul Savena ciò non è stato fatto come dimostra ampiamente la documentazione fotografica allegata; qui si doveva intervenire subito e non lo si è fatto;
* rimuovere prioritariamente la vegetazione e i detriti di vario genere trasportati dalla corrente e presenti nell'alveo di magra e di morbida del corso d'acqua rimuovendo le strutture che ingombrano il corso d'acqua (in un caso, presso il ponte delle oche, è presente addirittura un autobus all'interno di aree ortive). Sul Savena ciò non è stato fatto oppure è stato fatto qua e là in apparenza senza un progetto preciso;
* seguire le indicazioni che la stessa Regione Emilia-Romagna ha fatto per le gestione di Corsi d'acqua in particolare per le aree SIC-ZPS (cfr.: Ricciardelli F. et al. : "DISCIPLINARE TECNICO per la manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua naturali ed artificiali e delle opere di difesa della costa nei siti della Rete natura 2000 (SIC-ZPS)", approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 667 del 18 maggio 2009). Ci pare evidente che l'intervento effettuato sul Savena, in particolare nell'area SIC-ZPS , non segue affatto le indicazioni del Disciplinare della Regione;
* destinare, tutte le volte che è possibile, spazi per l'espansione delle piene (in pianura si chiamano "Casse di espansione") destinati esclusivamente "al fiume", in modo da laminare le piene e ridurre gli effetti devastanti della forza e della portata al "colmo di piena" (soprattutto a valle!). Ciò non è stato fatto;
* evitare di progettare e costruire manufatti che non possono stare in situazioni di oggettivo pericolo per l'esondazione dei corsi d'acqua in occasione di piene oppure per il rischio altissimo di frane (la strada Fondovalle Savena è un tipico esempio);
* progettare con cura gli interventi sui corsi d'acqua, predisporre una cartografia opportuna degli interventi basati su precisi studi idraulici, seguire con tecnici qualificati ogni fase dei lavori affinché vi sia corrispondenza tra le prescrizioni e ciò che si taglia. Tutto ciò, sul Savena, non ci pare sia stato fatto;
* informare i cittadini (anche quelli che stanno a valle degli interventi)
Foto 6  TAS
Ciò detto quando sul territorio cadono 200mm di acqua in due giorni (è accaduto nel recente passato e proprio nelle nostre zone e probabilmente accadrà ancora) vuol dire che su ogni metro quadro di terreno sono caduti due quintali (0,2tn) d'acqua, quindi 2000 tonnellate per ettaro! Il bacino imbrifero del Savena comprende diversi Km2! I numeri sono spaventosi e con questi bisogna confrontarsi e prendere atto della realtà. In occasione di eventi di questa portata, probabilmente, non c'è nulla da fare se non mantenere in efficienza la protezione civile. "La pulizia dei fiumi", cosi com'è intesa e come abbiamo visto sul Savena, non solo non serve ma provoca danni ambientali talora irreversibili e può aumentare i rischi e gli effetti di eventi catastrofici, purtroppo sempre più frequenti."
Foto 5  TAS
 Che sul Savena siano stati creati seri problemi all'ambiente è fuor di dubbio, mentre la situazione peggiorerà durante lo scorrere delle stagioni. Sarebbe bastato seguire, dice il dr. Fausto Bonafede nella sua relazione, "le indicazioni che la stessa Regione Emilia-Romagna ha fatto per le gestione di Corsi d'acqua in particolare per le aree SIC-ZPS....Disciplinare della Regione approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 667 del 18 maggio 2009". N.B. > i SIC, ripetiamo, corrispondono ai Siti di Importanza Comunitaria, gli ZPS alle Zone di Protezione Speciale. Maggiori informazioni potete leggerle sul link http://www.minambiente.it/pagina/sic-zsc-e-zps-italia.
Se esistono disciplinari, leggi, ecc. perché non vengono rispettati? Quale preparazione di carattere ambientale hanno i tecnici che programmano tali operazioni? Come mai tanti assessorati al verde pubblico locale permettono ciò? Scusate le domande volutamente retoriche, cari lettori, ma anche Pianoro, ridente località della provincia bolognese, non ci sembra proprio un paese per alberi.


 FONTI
RELAZIONE SAVENA 1, ottobre 2014, a cura del Biologo-Naturalista e Fitopatologo dr. Fausto Bonafede che vogliamo ringraziare per la disponibilità dimostrata
Sig.ra Gabriella Buccioli, splendida artefice dei Giardini del Casoncello e fervente naturalista, per le iniziali informazioni dateci sulla vicenda

Nessun commento:

Posta un commento